PESCI ROSSI
Sopra il mobiletto dell'anticamera.
Scaraventati in una boccia di vetro
Pesci rossi comprati alla fiera.
Scaraventati in una boccia di vetro
Pesci rossi comprati alla fiera.
L’invisibile in agguato
ha bloccato gli spostamenti
dei padroni dell’universo.
ha bloccato gli spostamenti
dei padroni dell’universo.
Continuiamo a girare in questo
microcosmo.
Il pensiero abita ogni lembo della nostra pelle.
Naviga il mare in tempesta delle vene.
Le domande hanno rotto gli ormeggi.
Orfane di riposte
alla deriva
vagano.
Il pensiero abita ogni lembo della nostra pelle.
Naviga il mare in tempesta delle vene.
Le domande hanno rotto gli ormeggi.
Orfane di riposte
alla deriva
vagano.
L' ANCORA
Adesso che la nebbia si è squarciata.
E il silenzio è amico.
Il vuoto è pausa di nuova musica.
Lo spartito dell'intera giornata
ha poche note.
In pausa, la nostra reperibilità
è incontro.
E il silenzio è amico.
Il vuoto è pausa di nuova musica.
Lo spartito dell'intera giornata
ha poche note.
In pausa, la nostra reperibilità
è incontro.
La tessitura si è allentata.
Adesso che l’occhio fa distinzione
tra ordito e trama.
Attraversare con fili nuovi
gli interstizi resta l’opportunità
dell’àncora
Adesso che l’occhio fa distinzione
tra ordito e trama.
Attraversare con fili nuovi
gli interstizi resta l’opportunità
dell’àncora
Cara Serenella , condivido pienamente l’atmosfera delle tue ultime poesie . Se nella prima poesia poni l’accento su un microcosmo bloccato , in cui vagano le domande alla deriva , nella seconda il silenzio e’ amico, e il vuoto e’ visto come pausa di nuova musica . Si allentano le trame e i fili nuovi sperimentano nuove opportunità
RispondiEliminaNella trama strutturale della poesia “L’ancora” si intreccia, all’interno di calcolate scelte stilistiche, una tessitura dello spazio e del tempo allentata da pause semantiche in grado di incrociarsi anch’esse con la «pausa» leitmotiv del brano. Notevole nel componimento il campo di aspettative di conforto, utopiche e concrete, “lanciato” proprio da una άγκυρα (“ànkiura”), punto stabile e indelebile dell’universo poetico in sé.
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