Franco Campegiani,
collaboratore di Lèucade
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Al centro del Saggio dell’autore, filosofo, poeta, saggista, critico d’arte e letterario è il ritorno alle leggi di equilibrio delle origini per una rinascita, superando la superficialità
Per via della
pandemia dovuta al Covid-19 che da più di
due mesi sta facendo registrare un numero sempre più alto di vittime a livello
mondiale essendo un virus molto contagioso, i governi delle varie nazioni si
sono adoperati adottando misure restrittive chiudendo ogni genere di attività ed
esercizi commerciali salvo quelli di prima necessità, obbligando le persone a
stare a casa. Tutto questo ha richiesto un grande sforzo da parte di
tutti. Principalmente perché da un giorno all’altro ci si è trovati a cambiare
completamente le proprie abitudini sentendosi limatati sul
piano personale e pratico, senza avere certezze del futuro. La propria
abitazione diventa allora l’unico luogo dove ritrovare un
proprio spazio, ma non è affatto semplice poiché si sono
perse di colpo le abitudini quotidiane, della cosiddetta ruotine giornaliera
cui si era legati.
E’
necessario entrare nell’ottica del cambiamento che comporta l’uscire da
situazioni di confort per ricrearsi nuovi spazio e riprogrammare
la propria vita proiettando l’attenzione su ciò che maggiormente è
di proprio interesse. Lo stare in casa permette di riscoprire nuovi modi
di ripercorrere le emozioni ad esempio legate all’arte
attraverso diverse piattaforme dedicate e siti on line di musei e gallerie, ma
anche di riscoprire una buona lettura che magari possa restituire un muovo modo
di guardare la vita, attraverso un punto di vista ribaltato in cui l’uomo non
sia più il centro di tutto.
A riguardo di
grande interesse anche per una riflessione personale su quanto viviamo in
questo momento, possiamo suggerirvi di leggere il
saggio “Ribaltamenti”, edito da David and Matthaus (2017)
del poeta, filosofo, saggista e critico d’arte e letterario Franco
Campegiani, premiato in diversi concorsi letterari tra cui
citiamo: il Primo posto al Premio “Mario Arpea” 2017 e il Premio
Speciale Saggistica –Narrativa edita al Concorso letterario “Città di
Pontremoli” (2017). Alla prima edizione del 2017 con la casa editrice David and Matthaus che
ha ottenuto grande successo, è seguita a dicembre del 2019 una versione
aggiornata con l’aggiunta di un capitolo curata da DeLuxe
editore. Come riportato nella pagina dell’editore si
tratta di “Un libro che propone il ‘ribaltamento del ribaltato’, un ritorno
alle leggi di equilibrio del creato, un rovesciamento dello sguardo rivolto al
mondo”. Per info visitare la pagina https://wbooks.it/catalogo/ribaltamenti.
Nel saggio “Ribaltamenti“
è mostrato come l’uomo si sia adattato nel corso delle epoche a cambiamenti
culturali, sociali e ambientali perdendo di vista il
senso ultimo del suo essere
che coincide con la riscoperta
dell’autenticità delle proprie origini dove abitano
i miti da cui ripartire per riappropriarsi della bellezza e armonia
dell’esistenza. Franco Campegiani, partendo da una
proiezione autocentrica con cui viene identificato l’uomo di oggi, guida il
lettore verso una visione nuova dell’essere in questo mondo di cui recupera
equilibrio e armonia, in quanto parte di un tutto pur nella sua specificità.
Il concetto di “archè” inoltre,
affrontato in queste pagine è qualcosa che appartiene all’uomo da sempre. e che
in origine prima dell’avvento del pensiero razionale, permetteva allo stesso
individuo di vivere in armonia con l’universo, con la Natura. Parlando con
l’autore ho avuto modo di capire meglio questo aspetto dell’archè e degli archetipi: Franco
Campegiani ha sottolineato che quando fa riferimento agli archetipi si avvicina
molto al pensiero di Socrate “che parlava di
daimon, di spirito custode, quindi di intelligenza viva. “L'avvento
della dea Ragione comporta una messa in crisi di questo essere alare che ci
vive dentro, ben noto al pensiero prelogico del bambino e dello sciamano che su
di esso fondano il loro sapere. Avviando questo percorso critico, la ragione ha
un indiscutibile ruolo positivo da svolgere, purché non esorbiti dai limiti del
confronto confidenziale, pensando di poter artigliare una volta per tutte il
mistero, o addirittura di poterlo eludere.”-
L’uomo
dovrebbe mettersi in discussione per scoprire la propria verità da cui è
iniziato il suo percorso: come sottolinea Franco Campegiani
l’individuo “dovrebbe mettersi in discussione di fronte a se stesso, scindendosi -
interrogato e interrogante - per andare alla scoperta della propria verità di
partenza, che è la ‘parte autentica e fanciulla di sé’. Interrogare e
rintracciare questa parte, che in fondo è la parte divina di sé, significa
abbassare la presunzione razionalistica e sperimentare il grande valore
dell'umiltà”. Emerge come per superare la superficialità di oggi sia
necessario il risveglio del pensiero prelogico proprio
dello sciamano, del bambino che agisce con naturalezza e purezza senza
sovrastrutture.
Sottolineo per
concludere, che in un’intervista all’autore su
questo saggio, parlando di armonia dei contrari e di come essa sia fondamentale
per il raggiungimento di un equilibrio interiore ed esteriore, e di come da una
situazione di crisi si passi poi ad una rinascita, così egli ha
affermato: "C'è bisogno di forti scosse per abbandonare la rotta del
razionalismo imperante, che tutto divide, e tornare a navigare nelle acque
arcigne e vivide dell'armonia dei contrari. Occorre dar corpo a una
reinvenzione possente del senso della vita”.. Oggi in questo tempo
di pandemia in cui viviamo la forte scossa è necessario allora “abbandonare la
rotta del razionalismo“ per una rinascita e risveglio globale dell’umanità.
Silvana
Lazzarino
“Ribaltamenti”
Di Franco Campegiani
Editore: David and Matthaus (2017)
Edizione De Luxe (dicembre 2019)
https://wbooks.it/catalogo/ribaltamenti.
“Ribaltamenti”
Di Franco Campegiani
Editore: David and Matthaus (2017)
Edizione De Luxe (dicembre 2019)
https://wbooks.it/catalogo/ribaltamenti.
Silvana cara, in questa recensione dimostri di aver colto gli aspetti salienti dell'Opera del nostro Franco Campegiani, che nell'Opera Ribaltamenti, giunta a una ristampa nella serie De Luxe, mostra di essere la sfida vinta dall'editore della David and Matthaus Giovanni Fabiano. Si tratta di una teoria che conosco bene e che, soprattutto nell'ambiente romano, ci ha reso un pò tutti seguaci del caro Franco. Nell'occasione la dottrina viene applicata al momento storico che stiamo attraversando. La 'forte scossa necessaria per ristabilire gli equilibri' la stiamo provando e, mentre mi congratulo con l'eccellente Silvana per l'articolo, di altissimo spessore, provo l'esigenza di chiedere all'amico filosofo quanto crede che dovremo andare a fondo per risalire... Il male è funzionale al bene, non c'è dubbio, ma l'uomo sarà in grado di rinascere davvero dopo un'esperienza così devastante? Da ammiratrice mi pongo queste domande profane, in quanto avverto la sofferenza diventare cosa viva e non penso alla clausura, ai nuovi equilibri da stabilire tra le pareti domestiche, all'assenza di contatti - che comunque rappresentano una durissima prova -, ma al dazio da pagare a livello umano. Migliaia e migliaia di vittime, morti senza affetto, senza sepoltura - in America esistono fosse comuni, che risvegliano ricordi atroci-;le nazioni che non trovano accordi,le persone che perdono i lavori o finiscono in cassa integrazione e molto altro... Non si tratta di un dazio troppo alto? Il fondo, Franco mio, non è stato già toccato? E l'uomo, che attua la teoria dello scarto, che fa sciacallaggio sui beni primari, che consente alle associazioni mafiose di prendere il sopravvento, sta davvero leggendosi dentro? L'armonia dei contrari è un fatto incontrastabile, ne sono consapevole, ma può essere applicata in toto alla pandemia? Il razionalismo imperante sta vivendo un inevitabile declino, le nostre verità nascoste affiorano, ma purtroppo non sono solo verità pure. I fanciulli che portiamo dentro riscoprono l'umiltà, ma mi sto rendendo conto che il discorso non è generalizzabile. Ogni teoria, peraltro, vive di eccezioni, si rafforza tramite esse. Torno a chiedere al mio amico antico, da seguace, se ritiene che dopo aver toccato il fondo, rinasceremo... La mia fede di fronte vacilla e ho bisogno di conforto. Ancora complimenti a Silvana per la meravigliosa esegesi di questa dottrina, che ho sempre definito 'rivoluzionaria' e al suo magnifico idealista ideatore, che saprà capirmi, soprattutto in virtù dei giorni che sto attraversando e che conosce bene. Un forte abbraccio a entrambi e al nostro infaticabile Nume Tutelare.
RispondiEliminaMi scuso per i refusi...
RispondiEliminaRingrazio innanzitutto Silvana per l'ulteriore, acuto intervento che ha sentito di dover fare sul mio Ribaltamenti, ponendolo in relazione con le dolorose emergenze attuali. L'occasione mi è anche grata per rispondere agli accorati, umanissimi quesiti posti da Maria, alla quale vorrei prima di tutto ribadire il concetto, già molte volte espressole (ma a quanto vedo inutilmente), che io non cerco proseliti, o come lei dice "seguaci". Ho in odio questo termine, essendo io un solitario, sia pure amante della compagnia - un eremita tra la folla se vogliamo - che ama esternare pensieri per una comunicazione pura e fine a se stessa, senza pretesa alcuna di insegnare. Ma vengo al dunque. La domanda che mi pone Maria è: come si può sostenere l'armonia dei contrari in un momento deleterio e devastante come quello attuale? dove sta il rovescio della medaglia? dove il positivo da contrapporre a tanta negatività? Ebbene, il colmo è che proprio io che non sono religioso (pur rispettando la religiosità), debba spronare una credente ad avere fede, ricordandole che la salvezza viene proprio dalla Croce (stando sulla quale, beninteso, è lecito e doveroso avere dubbi e a parer mio addirittura imprecare). Ma qual'è il positivo che in questa situazione può farsi strada dentro e fuori di noi? Ebbene, partiamo da qui: non è forse vero che la reclusione forzata di questi giorni ci ha spinto a riscoprire il piacere della vita intima, della cucina casalinga, del giardinaggio domestico, della lettura di giornali e di libri, della visione di film, dell'ascolto di musica, facendo anche esplodere, come era giusto che fosse, le situazioni familiari insostenibili? In pochi giorni è cambiato il mondo, con gli agglomerati urbani deserti e le polveri sottili sparite dalle città. Risolto il problema del traffico, disinquinati i cieli per assenza di voli e ripuliti i mari per carenza di navigazione. In un attimo abbiamo compreso che l'ossigeno è molto più importante del potere e dell'accumulo di beni materiali; che contro il virus i muri non servono e che i ponti comunque vanno chiusi per non agevolarne la diffusione. Le guerre sono state sospese per non propagare il contagio, i migranti hanno allentato la loro pressione, il consumo di petrolio è sceso vertiginosamente e al calcio è stata data la sua giusta valutazione. La malavita ha subito un tracollo e siamo tutti diventati più ligi alle regole, più solidali e desiderosi di rapporti con il prossimo. Il mondo è decisamente più bello, con cori festosi di uccelli e di altri animali, come non capitava di ascoltare da secoli. La natura ci ha messo in gabbia e ci sta dicendo con sottile determinazione che non siamo necessari, non lo siamo stati mai. La vita, la terra, l'aria ed il mare godono di ottima salute e stanno benissimo senza di noi, possono farne tranquillamente a meno. E' bastato un virus, uno schiaffetto della natura, per porci all'angolo e farci vergognare della nostra boria, della nostra dissacrante presunzione. Il pianeta ci sta ricordando che noi siamo i suoi ospiti e non i suoi despoti o i suoi proprietari. Certamente il dazio da pagare è altissimo, come giustamente sottolinea Maria, ma se vogliamo che tutto questo abbia un senso, e che le vittime non si siano sacrificate invano, dobbiamo fare tesoro della lezione, e farlo il più velocemente possibile tentando di imboccare un diverso cammino. Sta a noi farlo o non farlo, ma se non lo facciamo c'è chi lo farà per noi, ristabilendo un equilibrio di cui anche noi, paradossalmente, potremo giovare.
RispondiEliminaFranco Campegiani
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaCommento in rispsota a Maria Rizzi e Franco Campegiani
Grazie cara Maria e grazie caro Franco per la stima che riponete in me, che è reciproca sia come persone, sia per l’alto spessore di pensiero e sentimenti che vi animano.
Entrando nel vivo delle vostre riflessioni/commenti inerenti il tema centrale trattato da FrancoCampegiani nel suo saggio “Ribaltamenti”, molto attuale specie in questa fase della nostra vita, penso che ogni momento difficile e di prova che l’umanità ha attraversato pur con lo scotto della perdita di molte vite innocenti, abbia portato nel tempo nuova consapevolezza. In questa fase del percorso esistenziale che stiamo attraversando da due mesi circa,dove si percepisce un senso di impotenza e smarrimento per il cambiamento-anzi stravolgimento- delle abitudini,ma soprattutto per tutte quelle vite spezzate, è forse utile ripensare a come riprogrammare il futuro prossimo che ci aspetta. Un futuro in cui ridisegnane quell’armonia tra l’uomo e quanto lo circonda, compresa la natura e gli animali che ne fanno parte, riconsiderando quei valori da non perdere mai di vista a partire dal rispetto per sé e gli altri.
Restando nella convinzione che, come afferma Franco Campegiani in diversi suoi interventi critici e anche nel suo saggio “Ribaltamenti”, per giungere ad un equilibrio sia necessario arrivare ad un’armonia dei contrari, posso pensare che questo toccare il fondodi cui parla Maria Rizzi e indicato dallo stesso Franco Campegianiquale dolore della Croce, sia, come poi egli sostiene, la via per rinascere pronti a far parte del mondo con rinnovata consapevolezza. Dopo il buio si apre uno squarcio di luce, ma intanto da questa lezione l’uomo potrà ripensare a sé e ritrovare un nuovo atteggiamento più umile e predisposto alla comprensione lasciandosi alle spalle denaro, vendetta e potere che, non voglio generalizzare, ma per molti potenti e persone di comando, rappresentavano gli obiettivi più importanti.
Questo virus minuscolo, ma potentissimocome afferma FrancoCampegiani ha colpito solo l’uomo e neanche il potere e il denaro hanno potuto frenare il suo percorso nel mettere in ginocchio l’umanità. Quando verrà trovato il vaccino per debellarlo, speriamo quanto prima, grazie al lavoro di medici e ricercatori nel settore farmacologico e scientifico, si potrà tornare gradualmente alla normalità,ma con nuovo atteggiamento.
Affinché questo sacrificio di vittime abbia un senso allora “ dobbiamo fare tesoro della lezione, e farlo il più velocemente possibile tentando di imboccare un diverso cammino” come sostiene FrancoCampegiani in chiusura del suo commento che prosegue“ Sta a noi farlo o non farlo, ma se non lo facciamo c'è chi lo farà per noi, ristabilendo un equilibrio di cui anche noi, paradossalmente, potremo giovare”. La natura è sempre pronta a ristabilire quell’equilibrio che l’uomo mette a rischio anche quando tutto sembra perduto.
La Natura sta ritrovando il suo vigore in questo silenzio umano dove smog, traffico, inquinamento sono nettamente diminuiti, ma sta anche insegnando all’umanità a ritrovare quell’umiltà e autenticità che da sempre le appartengono. La Natura o come si preferisce Madre Natura che ci ospita da sempre non facendoci mancare nulla di necessario, chiede ancora all’uomo di cambiare, ma il vero cambiamento non può avvenire senza sacrifico. Chiudo con due versi della poesia “ Lentamente muore” di MARTHA MEDEIROS: “Lentamente muore/ chi diventa schiavo dell'abitudine/ ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,/”…” Soltanto l'ardente pazienza/ porterà al raggiungimento/di una splendida felicità.”.
Silvana Lazzarino
Roma 19 aprile 2020