Alfredo Alessio Conti
LA VERITÀ NASCOSTA
Recensione di Gabriella
Veschi
“Dimmi, o luna: a che vale
al pastor la sua vita,
la vostra vita a voi? Dimmi: ove tende
questo vagar mio breve, il tuo corso
immortale?”
G. Leopardi (da Canto notturno di un pastore errante dell’Asia)
Nelle due sezioni (Nuove poesie e Altre poesie)
in cui è divisa la silloge poetica dal programmatico titolo La verità nascosta, di Alfredo Alessio
Conti, pubblicata nel mese di giugno 2020 (Guido Miano Editore, Milano), l’io
lirico percorre tortuosi sentieri lungo i quali si rincorrono imprescindibili
ed ataviche domande esistenziali che, come scrive Nazario Pardini nella Prefazione, non hanno “nette soluzioni”
(cit.). Il poeta, come il pastore dell’idillio leopardiano, è alla continua
ricerca di un senso che orienti la propria vita di uomo errante ed errabondo,
nel tentativo di svelare l’arcano e sciogliere
l’enigma che racchiude il segreto dell’esistenza, ponendosi continuamente dubbi
ai quali è impossibile dare risposte certe: “Quante volte ti sei chiesto/in
quale parte dell’universo/ti poni oh uomo, e /nel tuo silenzioso
silenzio/rimani retto nei tuoi pensieri/osservando il nulla del creato/nel
cielo buio dell’esistenza” (da Logos).
Al genere umano, minuscola goccia nell’Oceano
dell’Universo, non è dato conoscere perché nel suo breve viaggio debba sopportare
lutti, sofferenze, delusioni: “E’ tempo di non ritorno/quando la vita si
spezza/il dolore avanza/l’amore svanisce” (da E Ritorno). Ma il poeta è dotato di un’ arma segreta, il logos appunto, la parola, la formula
magica che può evocare nuove dimensioni, come per il veggente di Rimbaud o come in il Porto sepolto di Ungaretti, al quale Conti sembra anche ispirarsi
per la struttura metrica dei componimenti costituiti per la maggior parte da
versi brevi a volte di un solo lessema e da strofe libere. Così, attraverso
improvvise illuminazioni il soggetto poetico può scoprire e far riemergere ciò
che è nascosto dentro di sé: “ma io riappaio/con la mia voce/le mie parole/e
come eco tra i monti/rinasco/rivivo/ritorno da te”(da E Ritorno).
La raccolta rivela una visione a tratti
disforica della realtà, contrassegnata dal montaliano male di vivere; il cuore
del poeta è pervaso da una consapevolezza che si concretizza nei motivi dell’
assenza e della morte, espressi attraverso ardue metafore: cocci di vita, pendolo
rotto, sono le immagini con cui il
poeta si identifica mentre è “ In bilico/ sull’altalena/ della vita/ come un
acrobata” (da Attesa) a riprova della
propria precarietà, nel dibattersi agonico tra finito e infinito, vita e morte:
“Sono/ una falena/ grigia….// e in questo male di vivere …//Vivo!” (Da Sono! Vivo). E si può continuare a
vivere anche grazie alla poesia, prezioso lascito per le generazioni future:
“Quando/ un poeta se ne va/rimangono/Parole/e in quelle/tutta la vita/passata e
futura” (Da quando un poeta se ne va).
Nelle liriche della seconda sezione (Altre poesie) si individuano tenui fili
di speranza che scuotono l’atmosfera di estenuata nostalgia attraverso la
dolcezza del ricordo: “Voglio ricordare/ per non dimenticare /perché Lei ci
soccorra/negli errori commessi” (da Memoria)e la gratitudine per quanto di
bello la vita ha donato: “Docile creatura/dono di Dio a Me” (da A mio figlio).
Una peculiare cifra stilistica è la
divisione delle liriche in due parti, che corrispondono a due stati d’animo
contrapposti, resi con perfette simmetrie: spesso si susseguono preziosi
ossimori incastonati in significative strutture a chiasmo, in un climax ascendente che sottolinea
l’intensità dei sentimenti: “Nel silenzio delle splendenti/ notti quotidiane,/
dopo le frenetiche/ stanche giornate/, quando i cuori battono in un’ unisona/armonia
familiare/di tenere pace,/nell’Amare/ il frutto/della vostra vita/, anche il
mio cuore/ riposa/tra le vette montuose,/innevate dal dolce vostro /calore”(Anche il mio cuore).
Il poeta trova motivo di conforto nella fede e nei propri affetti. L’amore, sia terreno che spirituale, diviene la forza che permette di superare la tensione dualistica tra terra e cielo e di accettare con rassegnazione pacata la propria condizione: “Danza con me /ascoltando la voce del creato/che freme /nel nostro cuore/ […] Senti/i passi di Dio/ che si avvicinano […] Festeggiamo/ il passaggio/ tra vita e vita” (da Danza con me).
Gabriella Veschi
Alfredo Alessio Conti (1967, Bosisio, Lc) vive a Livigno (So). Ha studiato
Filosofia presso la F.I.S.T. (federazione interreligiosa studentati teologici - Torino); Baccalaureato in Teologia
(Pontificia Università Urbaniana, Roma); ha acquisito il titolo di educatore
professionale presso l’E.S.A.E. di Milano discutendo la tesi:
“Per una nuova managerialità nelle Istituzioni Educative” con relatore Angelo
Donelli (Iscritto al relativo Albo) e nel 2019 ha conseguito il Master -
B.E.S. - Bisogni Educativi Speciali presso ICOTEA Istituto Formativo
Ministeriale.
Molto attivo in ambito sociale, ha tenuto più di 500 relazioni e/o conferenze sulle
problematiche giovanili, disagio sociale, tossicodipendenza/aids/alcool nelle
scuole di ogni ordine e grado, nei comuni, nei convegni e nelle serate di
prevenzione e/o dibattito organizzate da vari Enti. Ha partecipato a
trasmissioni radiofoniche e televisive regionali e nazionali.
Poeta e scrittore, ha pubblicato le raccolte di liriche: Poesie Amiche (1991), Se il Vento (1993), Nelle dune di Saffo (1994), Avvolto dal tuo tenero amore (1998), E in questo mal di vivere (2002), Vivo di Te (2007), Salmodiando Dio Oggi (2008), Poesia insensata (2012), Ho un ragno nel cuore e amore i suoi fili d’argento (2012), Quando un poeta se ne va (2019), La verità nascosta (2020); e le opere in prosa: Per una nuova managerialità nelle istituzioni educative (2007), Studi teologici giovanili (2012), Pietro e Paolo: Testimoni di fede e carità (2013), Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato: riflessioni sulla Passione e Resurrezione di Gesù (2014).
Alfredo Alessio Conti, La verità nascosta, Prefazione di Nazario Pardini. Guido Miano
Editore, Milano 2020, pp.74; isbn 978-88-31497-19-0.
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