Sardegna
(gennaio)
Schizza di verde il bruno
della pietra
al piede del Nuraghe il fico
d'india
mormora una preghiera in
lingua ignota
la stele sulla Tomba del
Gigante.
Respirano i trafori delle
rocce
a guardia delle vie deserte;
sospinge il vento verso la
marina
l'intrusa vela.
Il vento di Maestro si fa
forte
ai salici giganti piega le
braccia molli
scava la terra in mezzo alla
brughiera
fruga i cespugli del mirto
fino a sera.
...
Palau
(febbraio)
Il vento ha voce d'arpa
che accompagna il grido dei
gabbiani
verso il porto
narra le storie antiche e le
leggende
di terre che si affacciano sul
mare
come finestre aperte
sul mondo delle genti.
...
Scende la sera a Le Saline
(marzo)
Sull'acqua verde degli stagni
scende la sera.
Si solleva il ciuffo colorato
della gazza
che lascia la dimora del
giorno
mentre il sole cala dietro la
collina...
arpeggi sottili sulle corde
del vento
rompono il silenzio...
Nell'opaca trasparenza lilla
che avvolge tutto l'arenile
si riscopre il senso della
vita.
Primavera sarda
(aprile)
S'arroventa nei colori il
giorno!
Sulla duna bianca
strappa il volo alle farfalle
il ginestrone
tra il mirto sulle siepi il
cisto
si confonde bianco-rosa...
profuma sui sentieri
l'asfodelo
e la lavanda.
Tra mille fiori primavera sarda
istanti vive d'incostanza...
si accende ci rallegra e muore.
...
Villaggio Nuragico
(maggio)
Bianche di polvere nell'afa
meridiana
le sughere maestose i rami
annosi
le pietre secche di vita e
d'acqua.
In terra di Barbagia
là dove il Logudoro sfuma e la
Gallura
cantano le cicale
un'ossessione di memorie
antiche...
Su ardimentosi sentieri di
pastori
fruga la mente in millenario
cerchio
pietra su pietra...
il pozzo lustrale la gradinata
ellisse
le frecce scolpite nella
roccia
che guardano a ponente
dove nasce il vento e porta
l'acqua
agli uomini e al bestiame.
Si allarga sulla pietra
sacrificale
la bruna macchia del
ringraziamento.
Nel chiuso del nuraghe il re
pastore
attende in armi l'assalto del
nemico.
All'isola dei gabbiani
(giugno)
Eterei fiori sulle dune
come brandelli di cielo caduti
al sorgere del giorno...
si avanza a piedi nudi
tra cespi di semprevivi
rosa...
scivola la sabbia tra le dita
con la carezza lieve del
morbido elicriso.
Iridato si inorla il mare
specchio che riflette il cielo
nell'acqua chiara come l'ala
dei gabbiani.
Nel silenzio il rombo di un
motore
improvviso iconoclasta
spezza la quiete...
Edda P. Conte
L'ORIZZONTE A-TEMPORALE DI EDDA CONTE
(UN CALENDARIO 2021 - 1° PARTE)
Marco dei Ferrari, collaboratore di Lèucade |
Questo nuovo Calendario poetico di Edda
Conte (corredato di significative immagini pittoriche da Botticelli a Mirò per
la prima parte) orchestrato sui ritmi cromici di una Sardegna misteriosa è
semplicemente "senza tempo" induce ad una riflessione frammentosa e
trasmutante.
La Sardegna si impone sullo scorrere
dei mesi e offre al lettore una sequenza di "controtendenze" che
punteggiano protagonisti di scenari e atmosfere.
Il "vento" cromico con i suoi
"allegati" naturali rievoca il passato nel presente che futuro
ritorna in eterna circolarità regressiva senza numeri o richiami tempistici.
In una liricità delicata e
narrativamente accessibile ed applicabile ad immagini simboliche di "presenze"
viventi "informalizzate" (il fico d'India che prega... le rocce che
respirano... i salici che s'arrendono al vento "Maestro"... i
cespugli incavati...) Edda Conte totalizza animali, esseri umani, vegetali,
cose, leggende e storie formando un "narrato" di frammenti lineari
coevi ad aprire ogni sequenza.
Palau ne è l'epicentro, le Saline ne
riflettono il percorso tra armoniosi richiami al "senso della vita" (verde-lilla)
dove il colore si configura in finalità esistenziale che non necessariamente
deve scorrere, ma anzi si sofferma in sigillo permanente di uno stato d'animo
naturale che la poetessa compone celebrando la perennità del "Nuraghe"
e della stele su una Tomba Gigante (gennaio).
I primi tre mesi di questo "excursus"
dunque si armonizzano in una "visione" poetica unitaria che non si
misura nel flusso temporale di evoluzione, bensì ne cristallizza le sensazioni
con riferimenti di "umanizzazione" complessiva per "cose",
essenze naturali, scenari connessi (trafori delle rocce... la brughera... gli
stagni... l'arenile... il mare... la vela...).
Il tempo non esiste più, ma è il suo
antagonistico "contrario" a prevalere nel cristallo poetico di questi
gennaio-febbraio-marzo che potremmo agevolmente rimeditare in unico momento di
spiritualismo estetico dove tutto il "creato-Sardegna" vive senza
scadenze che ne condizionino il fluire e ne sanzionino il trascorrere e dove
"Palau" e "Le Saline" divengono esperienze extratemporali
di un mutarsi complessivo nella gestualità di un "essere" lapidario e
dominante.
Il trascorrere è il significato di una
sola "voce" (narrante) che dal Sole si dilaga nell'orizzonte dei
terrestri accompagnando ogni piccolo evento o dettaglio o micro-coscienza di
qualcosa che anche invisibilmente esiste a "guidare" il verseggiare
dei dinamismi presenziali.
I secondi tre mesi (aprile-maggio-giugno)
hanno un altro referente espressionale che la "Primavera" sarda
significa con chiarezza.
Colori roventi, profumi intensi di fiori
(mille fiori), incostanza di un itinerario che si manifesta in nuove impressività
visive e intrinsecamente estetizzanti, incardinate nella Preistoria (villaggio
Nuragico) per approdare su riflessi floreali di acque (chiare) che scivolano
tra mirto, cisto, rosa, iride, ali di gabbiani, dune, piedi nudi... sino al
mare-specchio celeste... di carezze presenti dal passato-futuro.
Qui si notano "immagini"
compiute in se stesse, dove l'apparire si confonde nell'atto di essere che la
Poetessa declina in multicolori emotività transeunti.
Anche in questa parte del Calendario lo
scorrere temporale sembra assente: tutti gli esseri "viventi"
ripetono il proprio corso (farfalle, ginestrone, siepi, sentieri...) in un
sincronico coesistente che ritotalizza "inizio e fine" nel profumo e
nella leggerezza del colore protagonista annullando il seguirsi dei giorni o
mesi o comunque trasmutandone le finalità in progressive serialità
interiorizzate che si snodano e intersecano con riflussi poetici di estrema
efficace profondità.
Quindi la "Storia" perde la
propria connotazione temporale e ritorna sospendendo il suo fluire e il "villaggio
Nuragico" (maggio) risorge da un letargo ingiustificabile: le memorie sono
contemporaneità attive, i sentieri dei pastori riprendono la propria utile
funzionalità, l'acqua si offre a uomini e bestie, le "pietre" si
recuperano ai riti sacrificali e il "re pastore" si prepara a
difendersi dal nemico...
Le descrizioni/citazioni poetiche sembrerebbero
peraltro contraddire queste riflessioni sul "contro-tempo" (scende la
sera... sorgere del giorno... la Primavera si accende... e muore...), ma solo
in apparenza: il contesto globale infatti non manifesta conclusioni effettive,
bensì solidificarsi poetici che coinvolgono uno stato d'animo "attualizzato"
nel gesto letterario dove solo il "silenzio" fenomenologico di acuta
intuizione coscienziale fine a se stessa (brandelli di cielo... inorlo del
mare...) prevale nella creazione omnicomprensiva sull'isola dei gabbiani (giugno).
La raffinatezza scenografica
nell'armonia dell'impostazione lirica conduce all'uniformità sequenziale dei
primi sei momenti di questo Calendario (più virtuale) dove la Sardegna traccia
ogni percezione di affinità compositiva tra tutte le omogeneità che l'Autrice rinviene
nel suo "orizzonte" a-temporale o "contro-tempo" ricco di
suggestioni artistico-pittoriche, anch'esse da collocarsi in dimensione extra-temporale.
Una dimensione totale che abbraccia
tutte le "liriche", "umanizza" ogni riferire simmetrico in
vitalità risorgenti per ogni verso, ridimensiona ogni temporalità confinandone
gli effetti in corollari di secondaria valenza e ininfluenti nel progetto
artistico.
Edda Conte, "poetessa anti",
rivela qui il suo estro imprevedibile di "conduttrice" particolare
nei misteri dell'esistenzialità concretamente "virtuale".
Marco
dei Ferrari
Marco caro, non ti ho trascurato, ho pensato a lungo al tuo lavoro magistrale svolto su quest'ennesima prova di talento della nostra comune amica Edda, alias toc ad eden. Sei stato straordinario nel carpire i particolari dell'arte figurativa e dei versi che caratterizzano questa preziosa opere d'arte.In effetti il calendario è 'orchestrato sui ritmi cromici di una Sardegna misteriosa e semplicemente "senza tempo" - non potevi trovare definizione più lirica e più adatta -, e risorgono 'dal loro letargo'i villaggi nuragici, uno dei simboli più conosciuti della Sardegna. Una civiltà che riusciva a trasmettere tramite la propria imponenza il carattere invincibile. Un popolo che ha saputo costruire delle fortezze per proteggere e garantire la vita di tutti gli abitanti. Oggi vengono concepiti come dei guerrieri valorosi che hanno resistito per secoli, senza perdere il fascino che li contraddistingue. Edda si è focalizzata su quest'aspetto storico -archeologico per presentare una Sardegna dal volto diverso, come hai evidenziato in modo eccellente. I quadri sembrano scelti in base alle sensazioni che le trasmettono i mesi dell'anno: Botticelli, Matisse, Kandinskij per gennaio, febbraio, marzo, la Crocifissione di Paul Gauguin per il mese della Pasqua, ovvero aprile, e così via. Tu riesci a condurre analisi semantiche condite di speculazioni filosofiche per me inarrivabili, ma ti rinnovo l'ammirazione, amico caro, in quanto sei fonte di apprendimento e crei campi analitici in cui si esalta la dimensione interiore dell'Autrice e si riscopre la propria. Ti ringrazio con tutto il cuore e, naturalmente ringrazio Edda, instancabile, generosa, umile... Siete due pilastri. Vi stringo forte.
RispondiEliminaApprezzo molto questa lettura del mio calendario 2021 da parte dell'amico Marco dei Ferrari, un commento attento e filosoficamente interpretato.
RispondiEliminaOrganizzare la pubblicazione del calendario artistico, con la scelta di 12 mie poesie da abbinare a ciascun mese, è da molti anni, un impegno e un piacere.
Con la collaborazione della Editrice Helicon e l'ottimo staff editoriale, che provvede al commento dei testi e alla scelta dei Pittori che li accompagnano, ricevo poi quel meraviglioso "presente" che serve anche a farmi ricordare agli amici cui lo invio in omaggio.
Può capitare che qualcuno, come in questo caso il poeta e scrittore Marco dei Ferrari ,ne faccia motivo di studio. Questo mi compensa ampiamente e mi resta a gradito ricordo.
Ringrazio Marco per il dono che mi ha fatto.
Edda Conte