lunedì 3 gennaio 2022

NAZARIO PARDINI LEGGE: "MALACARNE" DI PATRIZIA STEFANELLI


Patrizia Sefanelli:

MALACARNE. Poligrafo editore. Novara 2021

 

Scrive Maria Rizzi  a proposito di questa silloge: “Innanzitutto la musica. Si vola su tanta melodia. Si perdono le coordinate spazio-temporali, ci si ritrova in dimensioni leggere e visionarie al tempo stesso.

 

E poi discese

In planare leggero

Un uomo, una donna, la musica.

 

Sono versi magici, nei quali le note trascinano, sono avvolgenti, ma non vanificano neanche per un istante il significato letterale dei testi…”. Leggere questa plaquette di Patrizia significa perderci per sempre nei meandri dell’arte, di quella sana, pura, che ti avvolge e non ti molla. Ed ha proprio ragione Maria nel mettere in primo piano la musicalità, la fluidità, l’euritmia di questi canti, che vanno verso il mare, il cielo, la terra, l’amore, la vita; che vanno dove ti porta il cuore. E qui di cuore ce n’è tanto, a iniziare dalla poesia eponima che ti abbraccia e si muove a ritmi versificatori, a ondate di dolcezza, di malinconia, di realismo per accompagnare gli input di un animo che  straripa, che esonda fin dagli inizi senza smettere di pretendere un verso che con grande visività dia luce alla vita, al suo senso, ai suoi intenti emotivi.

“… qualcuno affina le armi:/ ribatte sull’incudine il martello/ una ballata di guerra si sente/ e come a Isso il nemico è accerchiato. // Ora vedi una lama piroettare/incontro all’infinito/ fare disegni su terra e fatica/ nel tempo spazio tuo-/ mai conosciuto-/comporre mondi in fantasie di luce. // E tu che assorbi il mare/senti: dimora in petto”. Omnia ibi sunt: maestria nel tessere  le trame, fantasia, creatività, padronanza verbale. E la poesia non si fa con poco, occorrono doti, fragranze, invenzioni, emozioni, e versi che con il loro potere diano vita ai sentimenti.  Sì, la poesia vuole sempre qualcosa di più: sinestesie, metafore, iperboli, insomma tutti quegli accorgimenti stilistici che la fanno brillare come un punto luce: “Sfiatarsi per amore, Nosce te ipsum, I vitigni si appaiano soldati di trincea, in anfratti o profonde gole siamo scatti epilettici, probabilmente, per chi -come noialtri- vive cavando pane dalle pietre, Dentro, o fuori che sia, è stessa cosa, accorda un fischio come un vetturino che ben conosce il suo cavallo, e il viaggio, Noi fummo mezzosangue; fummo: les fleurs du mal, Hanno denti affilati le promesse…”. Se ne volte ce ne sarebbero tanti altri di casi in cui la Poetessa crea, inventa, ed enumera parole, sintagmi, fonemi per agguantare le distese dell’anima. D’altronde  mi piace riportare una breve pericope che chiarisce bene la posizione della Nostra sulla poesia, sui suoi intendimenti, chiari e lampanti: “…cosa è la poesia se non che riflessione sul nostro esistere; sul perché siamo qui invece che là; sul perché amiamo non amiamo; sul perché del tempo e della nostra sconfitta; tutto ciò che gioca su di noi fra ragionevolezza e irragionevolezza… Una prosodia eufonica di morbida andatura che contrasta con contenuti volti al NOE, corrente che si azzarda a distruggere una poetica che vanta storia. Qui si legge e ci si trova ad ogni passo, perché è poesia che parla di noi tutti, delle nostre perplessità, dei nostri interrogativi; dei nostri dubbi sulla vita e sul pensiero che non troveranno mai una soluzione se si vuole che la poesia viva con tutte le sue irrequietezze esistenziali.

Nazario Pardini                

 

   

4 commenti:

  1. Mi sono commossa leggendo le prime righe di questa esegesi. Non ho ancora ricevuto "Malacarne",ma Patrizia mi ha annunciato che voleva tenermi con lei e il nostro Vate inizia proprio da me... Non vedo l'ora di leggere questa Poetessa fuori dagli schemi, dirompente, vera nell'arte come nella vita e ringrazio Nazario perchè cita a lungo il mio umile dire pur essendo dentro la poetica di Patrizia molto più di me. I due pilastri del Cielo hanno composto insieme un'Opera nata dal quotidiano, dallo scriversi come si faceva un tempo, ma in versi. Il Maestro conosce i meandri dell'anima della Nostra e afferma con cognizione di causa che in questa Silloge "ci si trova ad ogni passo, perché è poesia che parla di noi tutti, delle nostre perplessità, dei nostri interrogativi; dei nostri dubbi sulla vita e sul pensiero... " Nell'attesa di ritrovarmi e di perdermi nel lirismo della nostra Amica, ringrazio il Condottiero per la sua straordinaria generosità e Patrizia, che possiede 'la chiave' che attribuisce alla sottoscritta. Li stringo al cuore con tutto il mio affetto.

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  2. Cara Patrizia, io andrei semplicemente orgoglioso di questo pensiero del carissimo Prof. N. Pardini. Ritengo inopportuno aggiungere altro che farei calare di tono il superbo scritto. Pasqualino Cinnirella.

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    1. Caro Pasqualino, sono molto contenta. Di certo a fronte di poesie, riportate nell'interezza della composizione, sapresti (eccome) esprimere una tua sensazione. Gli estratti sparsi, che Nazario ha riportato, sono accostati per il suo pensiero critico insieme a quello di Maria. Ti ringrazio per la tua attenzione.

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  3. Grazie! Non lo sapevo, Nazario, non me lo avevi detto di questa tua bella pagina su "Malacarne", che esce dopo due anni di attesa presso la casa editrice. Ero entrata nel blog intenzionata a leggere la pagina di Orazio. Ti ringrazio, e ringrazio la carissima amica Maria. Spero davvero che queste poesie, centellinate nel tempo, possano piacervi. La prefazione del Prof. Orazio Antonio Bologna, di certo molto generosa, ha sicuramente arricchito la silloge. Lo ringrazio ancora. Che dirvi? Sono contenta!

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