Giusy Frisina, collaboratrice di Lèucade |
Cinque poesie che fanno parte di una
silloge dedicata ai sobbalzi emotivi di una Bovary che rappresenta nella sua
inquietudine quelli che sono i punti cardinali del primo Romanticismo: passione,
amore, conflittualità, voglia di oltre, desiderio di un altrove molte volte concretizzati in un mare il cui orizzonte è indicativo nei confronti di chi è
alla ricerca di un porto irraggiungibile. Qui l’essenza spirituale dell’Autrice
che nel mare ha sempre veduto una via di fuga dalla ristrettezze del vivere.
Ma anche una via di approdo ad una civiltà ellenica di cui Giusy Frisina si
sente parte. Flaubert non fa altro che utilizzare gli ingredienti giusti per
condire il piatto dell’epoca: noia, tristezza, monotonia della vita
matrimoniale, diversa da quella delle letture dei romantici. Emma accetta il
corteggiamento di un giovane studente e poi di un ricco proprietario terriero. I
debiti e il rifiuto dei suoi amanti di aiutarla, la morte finale dei due
principali personaggi rientrano bene nel quadro di un vissuto intonato ai sentimenti del tempo. La Frisina nelle sue poesie ben condotte a livello metrico, e
consegnate ad uno spartito di libera circolazione versificatoria, riesce, con
tocchi di pregio analitico e psicologico, a disegnare un animo intriso di
conflittualità esistenziali. La sua magica intrusione psicanalitica si fa
visiva e corporea nel distendersi della narrazione giocata su sguardi e sull’estrema
noia dell’esser-ci:
Questo
prima che
L’
estrema noia
O
il terrore crudele
si
avventino affamati
Sul
mistero dei miei sguardi
E i termini del racconto (ballo, sopportare, solitudine,
maschera, sogni, tristezza…) si fanno essenziali nel dispiegamento delle
emozioni in campo. Nel finale il sogno di un'attesa più immaginata che voluta:
un’attesa che è in sintonia con l’aspirazione al cambiamento, alla fuga dal
menage:
Ti aspettavo da sempre
Ma non arrivavi mai
Eri impresso
Ma non arrivavi mai
Eri impresso
nelle calme vuote del cielo
nei precipizi della domenica
e nei solstizi del lungo inverno.
Nazario
Pardini
FRAMMENTI
PER EMMA BOVARY
Poter
riuscire ad essere
Serenamente insensibile
Al
baluginare della vita beffarda
Alla
parola di pietra
Alla
parola non detta
Alle
rose che non ho avuto
Alle
rose ormai appassite
Conoscere
per tempo
Le
dottrine buddiste
Dormire nella veglia
Un
sonno da bambini
Con
un lieto risveglio
Al di là di ogni tempo
Questo
prima che
L’
estrema noia
O
il terrore crudele
si
avventino affamati
Sul
mistero dei miei sguardi
****
Un
ballo per sopportare la solitudine
E
la tua maschera che ti somiglia
Azzurrina
come i tuoi sogni
Coi
brillantini sul viso
Per
ingannare la tristezza
Gli
innamorati come falchi
Sulla
tua dolce luna sospesa
Proprio
adesso che tenera sfavilli
Nella
notte ancora accesa.
******
Una filigrana d’azzurro
Nell’anima che vola
E il buio che precipita nel cuore.
Basterebbe un attimo
Ma non ne hai il coraggio
E nessuno sa quale turbine
Passa nel tuo sguardo
Mentre la luce sbieca del tramonto
Sembra fermarsi per te
Tu ferma alla promessa
Come a una speranza assurda
E se potessi fermare
l’universo a quell’attimo
prima che si dilegui
l’orlo del cielo
sull’orlo più leggero del vestito
********
…
E ancora la sua anima ci insegue
E
talvolta appare
Sulle
pagine di brina
Delle
sere d’inverno
Quando
il ghiaccio stringe la mente
E
assedia I sogni fumosi
E
nella nebbia di una passeggiata
Sonnambula
Si
definisce per un’ attimo
L’immagine
in fuga
Nella
notte che giunge -
Troppo
presto -
La
solitudine scartata dai pacchetti -
Troppo
grande -
Per
essere accesa
Nel
lume di candela
O
sulle braci
Di
una tragica attesa.
************
Ti aspettavo da sempre
Ma non arrivavi mai
Eri impresso
Ma non arrivavi mai
Eri impresso
nelle
calme vuote del cielo
nei
precipizi della domenica
e
nei solstizi del lungo inverno.
Non
ti sollevavi mai dall'ombra dei cortili
e
dal profilo dei fiori disseccati.
Eri
il volto dell'alba e la nostalgia del tramonto.
Potevi
correre indisturbato
senza
il vento ti raggiungesse mai.
Eri
la campagna instancabile
e
lo sterminato canto del raccolto.
Eri
il genio e la conchiglia remota.
La
lampara sul mare e la spada nella roccia.
Eri un attimo eterno e un ricordo
fugace.
Eri la notte delle candele e il gioco
delle sette lune
La gioia e la disperazione infinita.
Nei miei sogni eri il nulla e la seta preziosa.
La gioia e la disperazione infinita.
Nei miei sogni eri il nulla e la seta preziosa.
L'oro e il rosmarino della
speranza invincibile
" Frammenti " lirici , nel senso proprio del termine . In ognuno di essei vibra l'anima di "Emma" alla ricerca della corrispondenza nel reale dei sogni , cullati nella penombra dell'attesa, e si sente " la gioia e la disperazione infinita" in quell'attesa che si perde nei vari tentativi di trovare quello che è impossibile trovare nella realtà, perché vive solo nei sogni ! Ancora una volta un classico si vive una nuova vita in un nuovo tempo, quando incontra sulla sua strada chi trova le immagini e le parole che sappiano dargli nuova vita . E tu , Giusy, davvero in queste liriche ci sei riuscita!
RispondiEliminaLe immagini di cui Giusy Frisina trova ispirazione (Frammenti x Emma Bovary) Sono del pittore Giancarlo Ferruggia. di cui non viene NEMMENO NOMINATO!
EliminaGrazie Nazario del bel commento a questi frammenti che per me rappresentano un'esperienza insolita nel mondo della letteratura, ispirata da un personaggio molto più complesso di quanto non sembri… ovvero l'alter ego dell'anima inquieta di Flaubert, critico e nello stesso tempo nostalgico di un romanticismo mai morto, nell'epoca ormai interminabile del disincanto.
RispondiEliminaNazario ricama con la sua capacità magistrale di lettore delle anime l'interpretazione che la cara Giusy dà di Madame Bovary. L'opera, che verso la metà del 1800 causò all'Autore, Flaubert, un processo per immoralità, perché parve la rappresentazione compiaciuta di costumi corrotti, era in realtà moderna e tesa a mettere in luce la mediocrità della borghesia dell'epoca.
RispondiEliminaGiusy affresca nelle sue cinque poesie la vita della protagonista, il distacco mentale, prima ancora che fisico, dall'universo triste, mediocre, che aveva accettato di vivere e che le stava ogni giorno più stretto. Come asserisce Nazario Giusy costruisce i musicali e dolcissimi versi intorno agli stati d'animo della donna, alla solitudine, alla tristezza, alla tensione verso l'amore... Versi di raso, che coinvolgono e trascinano verso un Romanticismo ricco di fascino e di seduzione. Grazie Giusy... Ti abbraccio forte.
Maria Rizzi
Grazie alle care amiche Maria e Rosa. Come diceva Flaubert? Madame Bovary c'est moi!
RispondiEliminaDove sono le immagini di Emma di Giancarlo Ferruggia che hanno ispirato Giusy Frisina?
EliminaGrazie Giusy Frisina! Per aver pubblicato queste bellissime poesie ispirate ai miei quadri dedicati a Emma Bovary Frammenti) Giancarlo Ferruggia. Marzo 2016 Firenze.
RispondiEliminaImmagini di Emma Bovary di Giancarlo Ferruggia. (Frammenti x Emma) Marzo 2916.Firenze.
RispondiEliminaHo già inserito il mio commento! Aspetto che venga pubblicato.Grazie.Giancarlo Ferruggia. (Pittore.)
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