giovedì 30 maggio 2019

GIUSY FRISINA: "RECENSIONE ALL'OPERA DELL'82° FESTIVAL DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO"

Giusy Frisina,
collaboratrice di Lèucade


RECENSIONE ALL’OPERA DELL’ 82°FESTIVAL DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO:  LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA STUPIDITA’ UMANA  - TEATRO GOLDONI  DI FIRENZE


Qual è il compito di un’opera d’arte se non mostrare chi siamo in uno specchio deformante ma non troppo? Quel tanto di deformante che permette di vederci davvero sia nell’apparenza che nell’interiorità, come due facce della stessa medaglia? Chi è lo stupido se non l’intelligente che ha dimenticato di poter essere stupido  perduto o salvato dallo sprovveduto, o che dovendo scegliere ha preferito la stupidità  facendosi  talvolta   bandito  per mancanza di nuove idee? In fondo siamo tutti intelligenti e siamo tutti potenziali stupidi, tutti inconsapevoli e annegati nell’ignoranza di noi stessi che ci perde nella folla dell’inconsistente e del danno ineluttabile?
Il regista Gian Carlo Cauteruccio  ha saputo rendere perfettamente l’atmosfera straniante delle parole frammentate e poetiche di Giuliano Compagno, magicamente incastonate nell’opera lirica di Vittorio Montalti, che intreccia suono e voci in un crescendo di moti contraddittori dove ogni personaggio è a rischio di  perdita della propria identità a meno di non farsi cieco o bandito, in un crescendo di stupida assuefazione a un sistema perverso  in cui si trova immerso fino al collo,  in una vita infernale che ha perso il suo senso e dove solo  la morte  può essere l’unico sollievo, in un pessimismo cosmico che sembra  condannare al non senso di becckettiana memoria tutta la povera disperata  umanità che ruota inutilmente su se stessa e danza la danza ossessiva del  vuoto in un pieno di macchine e scheletri di città disumanizzate? Nel cuore di una struttura che intrappola i corpi si consuma così il dramma grottesco di una  giostra di misfatti e violenza dove ciascuno è un non- personaggio  che rinuncia alla propria ricerca di verità  per obbedire ciecamente alle leggi fondamentali  della stupidità umana (liberamente ispirate  al noto testo di Carlo M. Cipolla) finendo con l’annullarsi del tutto nella folla che insegue solo  la propria insensatezza.
Unico barlume di speranza il colore della poesia che appare sul finale, per lo sprovveduto che ricopre una stupidità finalmente stupita pronta ad abbracciare l’amore o semplicemente a sognarlo nel non- luogo fremente e purificante dell’ utopia che ci abita da sempre, solo che troviamo il coraggio di recuperarlo.
                                                                                                Giusy Frisina

3 commenti:

  1. Sempre molto interessanti gli interventi di Giusy; interessanti ed autentici: "Chi è lo stupido se non l’intelligente che ha dimenticato di poter essere stupido perduto o salvato dallo sprovveduto, o che dovendo scegliere ha preferito la stupidità facendosi talvolta bandito per mancanza di nuove idee? In fondo siamo tutti intelligenti e siamo tutti potenziali stupidi, tutti inconsapevoli e annegati nell’ignoranza di noi stessi che ci perde nella folla dell’inconsistente e del danno ineluttabile?".
    Si, ci vuole coraggio, ma è questo che ci chiede la poesia. Ci chiede di purificarci alla fonte dello stupore "che ci abita da sempre".

    Sandro Angelucci

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