Jim Croce è stato un vero
e proprio cantautore “on the road”. Si potrebbe definire un “menestrello
vagabondo”, in realtà è stato sia poeta che musicista (difficile che un
cantautore sia entrambe le cose) che non amava scendere a compromessi, e visse viaggiando
e suonando in locali di poco conto. Della sua breve vita si può dire che è
stato sempre fedele ai sogni, come dice il testo di I got a name, il suo
testamento poetico-musicale, di cui, per una sfortunata coincidenza, uscì il
disco lo stesso giorno in cui l’aereo nel quale viaggiava Jim Croce, faticando
a prendere quota, urtò un albero di pecan, l’unico albero nel giro di
chilometri. Era il 20 settembre del 1973.
I suoi testi sono ad alto
contenuto poetico, alcuni sono storie, e le sue canzoni sono brevi, nude, senza
fronzoli, ma ricche di musica.
Proponiamo il testo di I
got a name, una poesia che può camminare da sola:
Come i pini che delineano
la strada ventosa
ho un nome
come l’uccello che canta e
il rospo che gracchia
ho un nome
lo porto su di me come ha
fatto mio padre
sebbene io viva il sogno
che lui ha tenuto per sé
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
Come il vento del nord che
soffia nel cielo
ho una canzone
come il caprimulgo e il
pianto dei bambini
ho una canzone
la porto con me e la canto
forte
e pur se non mi porta da
nessuna parte
ci andrò orgoglioso
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
Come lo stupido che sono e
che sempre sarò
ho un sogno
loro possono cambiare
idea, ma non possono cambiare me
ho un sogno
oh, sai che potrei
condividerlo se tu lo volessi
se vai per la mia strada,
andrò con te
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
E ora ascoltiamola:
Jim Croce è stato un vero
e proprio cantautore “on the road”. Si potrebbe definire un “menestrello
vagabondo”, in realtà è stato sia poeta che musicista (difficile che un
cantautore sia entrambe le cose) che non amava scendere a compromessi, e visse
viaggiando e suonando in locali di poco conto. Della sua breve vita si può dire
che è stato sempre fedele ai sogni, come dice il testo di I got a name,
il suo testamento poetico-musicale, di cui, per una sfortunata coincidenza,
uscì il disco lo stesso giorno in cui l’aereo nel quale viaggiava Jim Croce,
faticando a prendere quota, urtò un albero di pecan, l’unico albero nel giro di
chilometri. Era il 20 settembre del 1973.
I suoi testi sono ad alto
contenuto poetico, alcuni sono storie, e le sue canzoni sono brevi, nude, senza
fronzoli, ma ricche di musica.
Proponiamo il testo di I
got a name, una poesia che può camminare da sola:
Come i pini che delineano
la strada ventosa
ho un nome
come l’uccello che canta e
il rospo che gracchia
ho un nome
lo porto su di me come ha
fatto mio padre
sebbene io viva il sogno
che lui ha tenuto per sé
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
Come il vento del nord che
soffia nel cielo
ho una canzone
come il caprimulgo e il
pianto dei bambini
ho una canzone
la porto con me e la canto
forte
e pur se non mi porta da
nessuna parte
ci andrò orgoglioso
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
Come lo stupido che sono e
che sempre sarò
ho un sogno
loro possono cambiare
idea, ma non possono cambiare me
ho un sogno
oh, sai che potrei
condividerlo se tu lo volessi
se vai per la mia strada,
andrò con te
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
E ora ascoltiamola:
Jim Croce è stato un vero
e proprio cantautore “on the road”. Si potrebbe definire un “menestrello
vagabondo”, in realtà è stato sia poeta che musicista (difficile che un
cantautore sia entrambe le cose) che non amava scendere a compromessi, e visse
viaggiando e suonando in locali di poco conto. Della sua breve vita si può dire
che è stato sempre fedele ai sogni, come dice il testo di I got a name,
il suo testamento poetico-musicale, di cui, per una sfortunata coincidenza,
uscì il disco lo stesso giorno in cui l’aereo nel quale viaggiava Jim Croce,
faticando a prendere quota, urtò un albero di pecan, l’unico albero nel giro di
chilometri. Era il 20 settembre del 1973.
I suoi testi sono ad alto
contenuto poetico, alcuni sono storie, e le sue canzoni sono brevi, nude, senza
fronzoli, ma ricche di musica.
Proponiamo il testo di I
got a name, una poesia che può camminare da sola:
Come i pini che delineano
la strada ventosa
ho un nome
come l’uccello che canta e
il rospo che gracchia
ho un nome
lo porto su di me come ha
fatto mio padre
sebbene io viva il sogno
che lui ha tenuto per sé
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
Come il vento del nord che
soffia nel cielo
ho una canzone
come il caprimulgo e il
pianto dei bambini
ho una canzone
la porto con me e la canto
forte
e pur se non mi porta da
nessuna parte
ci andrò orgoglioso
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
Come lo stupido che sono e
che sempre sarò
ho un sogno
loro possono cambiare
idea, ma non possono cambiare me
ho un sogno
oh, sai che potrei
condividerlo se tu lo volessi
se vai per la mia strada,
andrò con te
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
E ora ascoltiamola:
Jim Croce è stato un vero
e proprio cantautore “on the road”. Si potrebbe definire un “menestrello
vagabondo”, in realtà è stato sia poeta che musicista (difficile che un
cantautore sia entrambe le cose) che non amava scendere a compromessi, e visse
viaggiando e suonando in locali di poco conto. Della sua breve vita si può dire
che è stato sempre fedele ai sogni, come dice il testo di I got a name,
il suo testamento poetico-musicale, di cui, per una sfortunata coincidenza,
uscì il disco lo stesso giorno in cui l’aereo nel quale viaggiava Jim Croce,
faticando a prendere quota, urtò un albero di pecan, l’unico albero nel giro di
chilometri. Era il 20 settembre del 1973.
I suoi testi sono ad alto
contenuto poetico, alcuni sono storie, e le sue canzoni sono brevi, nude, senza
fronzoli, ma ricche di musica.
Proponiamo il testo di I
got a name, una poesia che può camminare da sola:
Come i pini che delineano
la strada ventosa
ho un nome
come l’uccello che canta e
il rospo che gracchia
ho un nome
lo porto su di me come ha
fatto mio padre
sebbene io viva il sogno
che lui ha tenuto per sé
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
Come il vento del nord che
soffia nel cielo
ho una canzone
come il caprimulgo e il
pianto dei bambini
ho una canzone
la porto con me e la canto
forte
e pur se non mi porta da
nessuna parte
ci andrò orgoglioso
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
Come lo stupido che sono e
che sempre sarò
ho un sogno
loro possono cambiare
idea, ma non possono cambiare me
ho un sogno
oh, sai che potrei
condividerlo se tu lo volessi
se vai per la mia strada,
andrò con te
spingendomi sul cammino
srotolandomi sul cammino
andando avanti, così la
vita non mi passerà di lato
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