Francesco Casuscelli,
collaboratore di Lèucade
È primavera; ormai digià lo è
dentro di noi e fuori, nei giardini
irrigui.
Giunge
dalla luce del mattino nel mio ricordo il suono della tua voce di poeta che
tiene in mano il filo del tempo. Oggi nel tuo compleanno questo filo si
arriccia a formare un fiocco di gioia per il sole di primavera che sale nel
cielo meridiano. Un sole che bussa sopra i rami con il canto della linfa vitale
nel verdeggiare di un nuovo risveglio. Fuori c’è ancora tanta confusione non si
trova la dimensione per indirizzare la nave verso un porto tranquillo. Se solo
il capitano avesse tra le mani un libro di poesia, forse potrebbe trovare nella
rêverie delle tue poesie la rotta per giungere la soleggiata Leucade. Io ci sono stato dentro il tuo sogno e ho
navigato i tuoi versi accarezzando con gli occhi le pagine solcate dal tuo
segno poetico. Un aratro d’inchiostro che custodisce la vocazione verso lo scavo
interiore che estrae da noi il segno poetico. Tutto si manifesta nell’assenza
di gravità che assorbe l’uomo con la lettura, un’immersione fuori dal tempo che
ci avvolge con sequenze euritmiche fatte di endecasillabi martellanti dentro
cui s’incuneano dei settenari di maestosa alternanza che rendono il linguaggio
poetico uno spartito che fa suonare lo strumento più primitivo e per questo più
istintivo dell’uomo, che è il nostro corpo. Un fare poesia che si innalza verso
il classico e si diffonde all’orizzonte della ricerca di una modernità che va
oltre il segno linguistico. D’altronde nessuno ha coscienza di dove va il
flusso poetico che rapisce il poeta nell’atto creativo. È un’arte che tutti
possiamo corteggiare ma soltanto pochi eletti possono interpretarla e a pochi
concessa la sua luce apollinea. L’estetica del verso poetico si sviluppa su
piani linguistici che trovano l’alveo nella forma del poemetto e la necessità
di raccontare nei rimandi di un classicismo che si fa vita dove trova spazio e
forma il culto del mito e si rafforza nella parola. Leggere le tue opere è un
atto necessario, soprattutto in questo tempo dove si demolisce l’appartenenza
dell’uomo alla natura. Non c’è migliore alternativa al mercimonio della parola
e del pensiero, che leggere della buona poesia, una poesia viva ed eterna, una
poesia che diviene Logos ed offre una visione emozionale della vita di
relazione tra gli uomini, tra l’uomo e la natura e tra l’uomo è il divino. E
concludo citando i tuoi versi del poema Da Saffo a Anacreonte presenti nella
raccolta Alla volta di Leucade:
“Che accompagni divina la poesia!
Fine non avrà mai sui nostri suoli
l’unico mezzo d’eternare l’uomo.”
Francesco... non potevi trovare un Dono di compleanno per l'Eterno Fanciullo e la sua Arte. Hai scritto una poesia che mi ha commossa. Grazie. Di averlo reso felice e di averci coinvolti tutti ancora una volta nel fiume delle emozioni! Ti stringo e rinnovo gli Auguri al nostro indomito Poeta!
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