Andrea Cattania
OPERA OMNIA
Recensione di Maria Rizzi
Mi
sono avvicinata all’Opera Omnia di Andrea Cattania con la dovuta soggezione, in
quanto si tratta di un testo che raccoglie liriche tratte dalle varie Sillogi
dell’Autore scelte partendo dalle pubblicazioni più recenti, viaggiando a
ritroso nel tempo fino alle prime, seguendo i principi della semiotica, che
studia i fenomeni di significazione, secondo la quale ogni relazione riporta a
qualcos’altro per consentire al lettore di arrivare a una visione totale della
produzione partendo dalla sua essenza, dal nucleo. La prefatrice, Rossella
Cerniglia, cara a tutti gli ospiti del blog di Leucade, attua una disamina
dell’opera magistrale, mettendo a fuoco il carattere di Poeta - Scienziato del
dottor Cattania, che rivela le doti di pensatore, di studioso appassionato di ogni
branca del sapere in ogni Raccolta di poesie. I versi che ci introducono in
questo viaggio sono la dimostrazione della tensione dell’Autore verso la
ricerca, attraverso l’analisi delle speculazioni filosofiche, ovvero attraverso
il pensiero che indaga sui problemi senza utilizzare dati empirici. Egli,
infatti, nella lirica, tratta dall’ultima Silloge, intitolata “La natura delle cose” fa riferimento alla
visione dei greci, come Talete, della terra intesa come disco circolare piatto,
circondata dalle acque e limitata superiormente dalla cupola del firmamento,
sulla quale sono appese le stelle, ma precisa, con cifra stilistica,
incredibilmente musicale e pura, che non potranno essere gli antichi, ma solo
la scienza a dare risposte sul moto delle cose.
“Difficile il mio compito,
ricostruire in lingua povera
questa materia scoperta dai Greci.
Questo solo vorrei, illuminare
di chiara luce la tua mente, porgerti
la verità, aiutarti a comprendere
che a dissipare questa oscurità
non sarà il sole né i raggi del giorno,
ma la pura visione della scienza.”
(Versi
tratti da “La natura delle cose”)
Dana
Mackenzie asseriva che “le equazioni sono i preziosi pennelli che i matematici
e gli altri scienziati maneggiano nell’esercizio della loro arte” e il Nostro sembra
desideroso di offrire le risposte che furono della scuola presocratica, di
Platone, di Pitagora, ricorrendo a una sola formula che racchiuda il segreto
per descrivere gli elementi esistenti in natura, ma finisce per rivolgersi con
accorata ammirazione ad Albert Einstein, alla sua teoria della relatività
elaborata sullo studio della geometria differenziale, grazie alla linea aperta
da studiosi come Riemann. I toni della lirica dedicata al Premio Nobel della
Fisica sono così accorati, che rapiscono l’anima. Trascendono le verità
trattate dal Poeta - studioso, divengono i sogni dell’uomo ‘comune’, che
dimostrano quanto l’intelligenza con la quale si nasce sia soltanto una
dotazione di munizioni. Per raggiungere qualunque obiettivo sono importanti
l’ambizione, il talento della conoscenza e le opportunità.
“Scoprire primo che energia e materia
Sono una sola cosa
Elevare lo spirito
a vette mai raggiunte,
dono sublime per l’umanità”
(versi
tratti da “Ad Albert Einstein”)
Può
apparire incredibile trovare in una Silloge l’ideale di “lasciarti trascinare in questo viaggio / dal treno azzurro della
matematica”- tratti da “Treno azzurro”,
ma anche una profana in materia, come la sottoscritta, è rimasta totalmente
affascinata da una semantica di lirismo visivo, ardente, applicato a concetti
scientifici. Non si tratta di un ossimoro, ma della capacità dell’Autore di
coniugare le due visioni interiori. Egli sa che la matematica è musica e che
ogni disciplina può divenire terreno fertile per seminare versi, per renderli
caldi e vibranti. Lo stesso Einstein compose la sublime ‘Lettera alla figlia’
nella quale asseriva che “Quando gli scienziati erano alla ricerca di una
teoria unificata dell’universo, dimenticarono la più invisibile e potente delle
forze, ovvero l’Amore che è luce, visto che illumina chi lo dà e chi lo riceve.
L’amore che è gravità, perché fa in modo che alcune persone si sentano attratte
da altre. L’amore che è potenza, perché moltiplica…”. Cattania ha trovato la
chiave per entrare nelle porte delle varie dottrine tramite
“Verde l’oceano caldo della vita
mi culla e mi schiaffeggia
sull’onda del pensiero
alla ricerca dell’ultima chiave”
(La
lirica “Verde l’oceano”)
La
tendenza introspettiva del Poeta - Scienziato è un cantico che affratella e
consente di “assaporare la gioia sublime
/ di appartenere al ciclo della vita”- Da “Il futuro non sarà nero”. La strada che guida alla dote
intellettuale, morale e spirituale, intesa come sapienza, è identificata con ‘la vecchia casa dei sogni’. I versi del
Poeta toccano vertici commoventi nella lirica che mi piace definire dei
desideri:
“Non chiedo molto alla vita
che scorre in attesa dell’urna.
Un letto, due gatti, la gioia
tranquilla di un’ora notturna,
l’amore di Lila che vive
sul filo dell’immaginario.
L’ebbrezza di mettere in versi
la vita al di là del sipario”.
(La
lirica “Il filo immaginario”)
Lila,
la donna del Poeta, continua a esistere nelle immagini prodotte dalla mente,
d’altronde ogni giorno che passa tesse il filo invisibile dei ricordi e ha il
potere di ricrearli… la morte comincia davvero quando nessuno può più sognare
un amore perduto. Il Poeta affresca un quadro di aspirazioni candide, semplici,
nonostante la potenza dei versi, che sublimano la sobrietà del dire tramite un
cifra stilistica di rara forza espressiva, che attinge al metro classico con
l’adozione di novenari sciolti e si srotola quale onda di assoluta melodia. Il
sipario che chiude la lirica simboleggia, forse, quel palcoscenico sul quale
recitiamo di continuo, anche senza copione, perché come disse Vittorio Gassman
‘diventeremmo pazzi non recitando’. E lasciando che le tematiche scientifiche
vadano a braccetto con l’arte Cattania descrive la tempesta molecolare come ‘una danza senza fine’. Per i biologi
che si occupano di nanotecnologie, una grande fonte di ispirazione è la natura,
che nel suo processo evolutivo dà origine, auto assemblando atomi e molecole, a
sistemi complessi con proprietà incredibili. Non è difficile per il Poeta concludere
quindi che “La vita è solo la danza di
un’ape”- da “Dal caos alla vita”.
Non solo di fisica, biologia, astronomia tradotte in versi canta il Poeta.
Dedica liriche superbe a personaggi come Gabriel Celaya, poeta spagnolo, che
sosteneva la poesia per le masse e Mario Fonseca, nato a Santiago e costretto
all’esilio, in quanto anti - colonialista.
“La tua terra è la conchiglia
dell’ostrica,
la
musica del mare, un nome che
ti impedisce di morire. Un numero
dieci coltelli nel tuo cuore, il luogo
dove ti immergi in un caldo colore”
(Lirica
“Mario Fonseca”)
Nell’Opera Omnia del Poeta troviamo versi che
volano, echeggiano i grandi della letteratura, insegnano quanto non occorra
ricorrere a figure retoriche, alla sovrabbondanza, allo sperimentalismo per toccare
l’anima, per essere anima.
“Piove nel primo giorno dell’estate
sul lago verde e un po’ mosso. Un luccio
affiora e sembra chiedersi perché
un poeta seduto sulla riva
con lo sguardo nel nulla
mostra un’aria incerta e un po’ incantata”.
(La
lirica “Estate”)
Le
liriche tratte dalla Silloge “Il canto dei
petali di pesco” del 2014 hanno tutte sapore di miracoli della
natura, di saudade raffinata e dolcissima, del delirio di onnipotenza dei
giorni in fiore nei quali si era certi che la morte abitasse altrove, “di diventare un giorno / campione di
pallone / un asso in bicicletta. / Senza mai una nube, / senza conoscere mai la
tristezza” - da “Ricordi d’infanzia”.
Nella Raccolta antecedente, dello stesso anno, “Tra
natura, memoria e infinito” mi ha stordita una poesia che
rammenta il bellissimo libro di Ernest Hemingway “Il
vecchio e il mare”: si intitola “Il gabbiano e il vecchio” ed è
fabula in poesia.
“Prima dell’alba il gabbiano si posa
sulla
barca del vecchio.
Nasce
tra i due un dialogo muto
e
intenso, ritmato dai silenzi
e
dal canto periodico delle onde”.
Devo
riconoscere di essere stata affascinata da questo Artista poliedrico, che parla
alle masse, giganteggia in ogni campo, sogna come un bambino, ricorda con
malinconia e trasporto, recita l’amore come pochi: “quando la vita tornerà a fiorire / mi sarà grave il non averti
accanto: / tu spensierata e lieve come sempre, / io consunto dalla solitudine”.
Lila è la colonna sonora della sua esistenza, e il Poeta è consapevole che
muoversi nel territorio della memoria è come ritrovasi in un utero denso di
suoni e di odori.
“Sul pavimento di color del mare
tante
coppie che ballano la sera.
Al tavolo nell’angolo
un uomo solo che ti vede e ama
e medita dei versi”.
(La
lirica “Le coppie”, da “Verde quest’ora
tra le foglie”, 2013)
Le
liriche estratte dalla Silloge appena citata rappresentano una collana di perle
dedicate alla donna amata, e una volta impresse nei versi le immagini non
cambiano, resistono al tempo, diventano gomene in mezzo alla tempesta: “Ti stringerei con la forza dell’uomo / che
a te ritorna dopo lunga assenza / e ti fa sua per sempre” - da “Mia per sempre”. Questo magnifico Poeta
dimostra che i sogni possono concedersi il lusso di non invecchiare e,
soprattutto, di non morire…
Viaggiando
a ritroso fino al 2012, alla Raccolta “L’ape ben sa”
Lila continua a ergersi sovrana nelle liriche, nel paese incantato dei lunghi
anni condivisi, e il sentimento ha infinite sfaccettature: è dolce, disarmante,
vivido, vorace. Un desiderio virtuale, un collage di momenti trascorsi insieme,
una passione simile a una città in fiamme. Andrea Cattania ricorre al concetto di
palingenesi nella poesia omonima, ovvero di rinascita, di rigenerazione: “…Rinasce / e prende forma e colore
l’immagine / del viso di una donna che mi ha dato / trent’anni di felicità e di
amore”.
Le
liriche dell’ultima Raccolta del 2011 “Lila è tornata”
viaggiano ancora sul treno del desiderio e dei ricordi: la nascita di Alice,
che è un dipinto affrescato con i cinque sensi, la saggezza del pensatore, che
s’insinua tra le pieghe dell’anima dell’Autore, affiancando il poeta: “Dalla tenebra nacque il desiderio / e il
germe del pensiero / e dal non essere i saggi trovarono / il legame
dell’essere” - da “I saggi e i poeti”
e Lila scivola tra le fronde dell’esistenza, si riverbera sui giorni,
scintilla… Mi sembra doveroso chiudere questa umile lettura di un’Opera che
travolge come la marea estiva, con i versi del Poeta - Scienziato dedicati alla
bussola della sua vita:
“Lila è tornata. Nello sguardo diafano
c’è la bellezza astrale della nuova
sua dimensione, pura come il suono
della sua voce che riecheggia un mondo
di raggi tesi, di luce soffusa.
Forse le mie parole
non può cogliere, è l’ombra di un sorriso
a dirmi quanto immenso è il nostro amore”
(La lirica “Lila è tornata”)
Maria Rizzi
Andrea Cattania, OPERA OMNIA, pref. di Rossella Cerniglia, Guido Miano Editore,
Milano 2020, pp. 180; isbn 978-88-31497-25-1; mianoposta@gmail.com.
Ringrazio il mio Nazario per ogni parola che mi dedica e ringrazio quest'Autore di altissima statura culturale e morale, che mi ha coinvolta emotivamente nel suo testo. Abbraccio forte il Condottiero e porgo cari saluti al dottor Cattania.
RispondiEliminaCiao Andrea, lo leggerò di sicuro.
RispondiEliminaBuona giornata
Tullio
Davvero poderosa la recensione di Maria Rizzi sull"Opera omnia" di Andrea Cattania, una silloge di poesie che spazia dal mondo della filosofia a quello della fisica, dai temi della matematica a quelli dell'Amore, certo l' equazione più riuscita della Creazione. Lila , la donna del Poeta, è la colonna portante dell'Amore che è luce, forza di gravità, "Potenza perché moltiplica"." Non chiedo molto alla vita/ che scorre in attesa/ dell' urna/ un letto, due gatti/ la gioia/ tranquilla di un' ora notturna/ l' a more di Lila che vive/ sul filo dell' immaginario".
RispondiEliminaCongratulazioni a Maria per questo affresco di emozioni, all'Autore Andrea Cattania e un ringraziamento di cuore al nostro Nume tutelare che protegge l'Isola felice di Leucade.
Loredana D'Alfonso
Grazie Loredana mia. Il testo è un vero gioiello. Immergersi in questo Autore poliedrico fa bene al cuore! Tu sei sempre presente e rendi l'Isola ancora più incantevole. Ti voglio bene. Ne approfitto per ringraziare anche il signor Tullio, che è pronto per leggere le pagine dell'amico. Un abbraccio circolare!
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