Riccardo Mazzamuto
Divieto di calpestare formiche
(Antologia in versi 1983-1997)
poesie giovanili
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© 2020, ERETICA Edizioni
Direttore responsabile: GIORDANO Criscuolo
Finito di stampare a Buccino (SA)
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ARBUSTO NON VOLERÒ CON
IL VENTO
Come farfalla
che cerca fiore
nel grigio
di una città,
coltivo nettare
blu, per attingere
quando il vento
spezzerà
anche piccoli
sbocci, quella che io
chiamai poesia…
Ormai passeggiando
in metropoli
se alzi gli occhi
al cielo
non riesci a sentire
rondini narrare.
Puoi trovarle
là nella piazza
dove
sosta l’ultimo tronco.
Cinguettii assordanti
forse cento duecento…
troppi per sorseggiare
lacrime di libertà…
Presto anche noi
ci ri-muoveremo
sull’albero
per qualche
boccata di ossigeno…
NATURA PENTITA
Steso - disteso
albero sul prato
né un gesto
né un sorriso…
il vento bagna foglie.
Graditi rami fronde…
Vorresti saper volare
per liberarti ed amare.
Un sogno… nell’aria
non puoi volteggiare
correre saltare
il posto è lì…
destino bambino
ha detto no…
MACAONE
Re svolazzi
variopinto su terreni
i-nesplorati ali
come collage di bottoni.
Orgoglioso delle leggi
silenzioso per diffida
saltelli dal fiore al cuore
bisbigli diverti
fuggi scappi via…
Odi la notte
il sole è prigioniero
della bellezza
occhi imbalsamati
assicuri verità
quando vieni svilito
da umani vogliosi
di tanta bellezza.
Macaone Re dei cieli
vita, fuggi via,
dove nessuno
ti potrà trovare
dove la quiete
setaccia cattiveria…
Tavolozza spirituale
di pittori incompetenti
cancellate nome
origini foto
ricerche e
l’abitudine,
l’abitudine di chiamarla
farfalla…
(Colline di Castelnuovo della Misericordia
LI 1987)
Una poesia nuova, diversa, originale, istintiva
questa di Riccardo Mazzamuto. Basta partire dalle poesie incipitarie per
rendersi conto sia a livello formale che contenutistico della novità ispirativa
di questo poeta. Il reale si fa artefice dell’ispirazione, ma un reale che
viene manipolato dalla fantasie del
poeta: le rondini che non narrano, cinguettii troppi per sorseggiare lacrime di
libertà, alberi senza sorrisi, il cielo prigioniero della bellezza… Le
invenzioni creative si succedono le une dopo le altre. Ma mi domando: cosa
sarebbe il poeta senza la natura? Senza le sue piante, il suo sole, le sue albe;
sarebbe sicuramente un cavallo zoppo, un uccello senza ali, un fiore senza
petali, dacché la natura stessa si fa materia prima su cui lavorare per tirare
fuori un’opera, come una statua dal marmo. E’ quello che fa Riccardo Mazzamuto
lavorando sui punti focali, sugli angoli più evidenti, sugli spigoli apparenti;
aggiungendo la sua inventiva, perché il Nostro vuole fare una poesia nuova,
basata su guizzi emotivi di grande resa visiva. Però non è che il suo stile sia
oggetto di un ragionamento, di una ricerca razionale, ma lo direi piuttosto
spontaneo; un dire dove la passione primeggia mutandosi in parola. Questo è il
suo modus operandi, il suo stilema, il suo morfema, il suo significante. Magari
scavando un po’ si potrebbe scoprire qualcosa di più, qualcosa che covando
dentro il suo animo, fuoriesce nuova e originale. Il pensiero ha bisogno di
riposare in noi per farsi puro e poeticamente reificante. Quello che si può
dire è che in certe poesie spicca l’amore per un Pan zeppo di amore e di
sensibilità; l’aspetto arcadico-idillico-georgico sembra aggiungere tocchi di
sana elegia pastorale, anche se il tutto si manifesta in maniera personale e
ricca di spunti elaborativi: NON
VOLERÒ CON IL VENTO: “Come farfalla/ che cerca fiore/ nel grigio/ di una città,/
coltivo nettare/blu, per attingere/quando il vento/spezzerà/ anche
piccoli/sbocci, quella che io/chiamai poesia…”. Il vento, i bocci, il volo,
farfalla, blu, poesia, sono tanti elementi naturali che configurano un animo
tutto volto ad analizzare il mondo attorno, per trovare uno sfondo che tanto
raffiguri il poeta, la sua energia intima. Il linguaggio si fa sempre più
apodittico, breve e conciso, scattante, dove una singola parola può essere
sufficiente a formare il verso. Non siamo di sicuro di fronte ad una poesia di
stampo narrativo; ad una poesia di
positura prosastica come tanta sperimentazione attuale vorrebbe. Qui la metafora,
la sinestesia l’enjambement o altre figure retoriche della tradizione si fanno
avanti per dirci che sotto questo aspetto si tratta di una poetica che
contrasta ampiamente con ogni tentativo di innovazione, dove si toglie il fiato
ad ogni spunto di soggettivismo, di
autobiografismo. Qui il poeta è attivo, fattivo, partecipativo nel mettere in
evidenza la portata del suo ego,
l’originalità del suo poetare, le fiammate di indiscussa personalità.
Quello che magari emerge, oltre alla
novità scritturale, è l’amore per una natura che in questi versi si fa
anche simbolismo, allegoria che nasconde una filosofia di vita. Un messaggio di
rispetto per una madre antica che l’uomo ha cessato da tempo di nutrire. Ma
anche un tentativo di volare oltre le aporie del quotidiano, par-dessus le toit,
direbbe Veraline, verso un mondo di pace e di serenità, verso un’isola che
forse non c’è, ma che gli uomini continuano a sognare e a sperare di poter
raggiungere:
VERIFICA
Siamo
graditi vermi
di un mappamondo
di mele marce
Nazario Pardini
Il nostro straordinario Nazario ha messo a fuoco la poetica di Riccardo Mazzamuto con una tale competenza e passionalità che aggiungere altro sembra inutile, ma il parere della lettrice comune, come la sottoscritta, è lo scopo di quest'Isola di viaggi interiori, di incontri, di scoperte. E il Poeta che conosciamo in questa splendida pagina è davvero degno di attenzione. Il suo respiro ampio, inarrestabile, lascia sognare la palingenesi, che non è avvenuta, ma che è lecito e meritevole attendere. La sua cifra stilistica punta all'essenza, sceglie la sottrazione e mira, come sottolinea Nazario a far sì che 'spicchi l’amore per un Pan zeppo di amore e di sensibilità;che risalti l’aspetto arcadico-idillico-georgico'... Elimina gli articoli nel suo dittato poetico, per dare assoluto risalto ai concetti, come fece per altre tematiche Primo Levi. Mazzamuto si concentra sull'impegno civile attraverso un'elegia della Natura, una visione bucolica
RispondiEliminae sublime: "Cinguettii assordanti /forse cento duecento/troppi per sorseggiare/lacrime di libertà"…, che mette in rilievo gli errori di noi uomini 'graditi vermi /di un mappamondo /di mele marce". Tesse le lodi, in una lirica, che è dipinto, della farfalla Macaone, dalla grande apertura d'ali e dall'incredibile colorazione, che ignora gli umani avidi di tanta bellezza e la speranza si cela dietro tutti i suoi versi, la speranza che si possa imparare dagli elementi poetici della natura la ricetta per migliorare, forse per guarire. Ringrazio l'Autore per tanta lezione di vita e m'inchino a Nazario, che semina Cultura in modo inesausto. Saluti cari al Poeta un forte abbraccio al Capitano.
Grazie Maria queste parole fanno veramente bene. Un caro saluto
EliminaVeramente Onorato di aver ricevuto una recensione da un uomo di grande cultura come Nazario, uomo e poeta che stimo molto e che sto approfondendo attraverso i suoi libri e il suo percorso poetico, invito anche alla lettura di questo blog mai scontato mai accomodante regna solo cultura.
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