su “Dagli scaffali della biblioteca“ di Nazario Pardini
Dopo
aver dato alle stampe negli ultimi tempi
intense opere di riflessione poetica ed umana sulla propria ed altrui
esistenza, citiamo : “ Cronaca di un soggiorno”, “ I dintorni della solitudine”, “I dintorni della vita- Conversazione con
Thanatos”, ” e “Nel frattempo viviamo”
in cui gli amati e ricorrenti temi del “ ricordo” e della “natura” assumono sempre più
tonalità morbide, intime, amare e
confidenziali, aprendo una stagione poetica pervasa dal senso di una montante
solitudine, di un sereno distacco dal mondo, di una maggiore necessità di
dialogo e interrogazione al suo essere uomo nel confronto perenne tra vita e
morte, il nostro grande poeta Nazario
Pardini coglie l’occasione di un parziale personale pausa dal suo travaglio esistenziale
approdando in un territorio ove
campeggiano gli echi della più alta cultura umana, delle voci più autorevoli
del consesso letterario ed intellettuale di tutti i tempi.
Un’occasione
che trova tra gli scaffali di una biblioteca tessendo un intenso ed inedito
dialogo con le anime recitanti di un palcoscenico elitario di poeti, scrittori
, artisti che nel tempo hanno dato lustro alla creatività umana.
Dunque
questa sua ultima opera si distingue dalle precedenti per la sua originalità di
contenuti e per l’alto spessore di
cultura che vi si trova tra le pagine, cosa che non fa che rafforzare l’apprezzamento
e la stima che ho verso un uomo e un
poeta come lui di vastissima apertura creativa ed intellettuale.
Non
mancano sia in apertura che in chiusura del libro le evidenze di un passato
incancellabile e mitico nei ricordi che appunto “pungono” come sogno e
mistero, sofferenza e amarezza , contrapposte alle poesie d’amore finali in cui ritroviamo la freschezza, le
fragranze, le amenità , di un amoroso recupero memoriale che ripropone
l’incanto, seppur adesso talora mesto,
verso la vita che tanto ha caratterizzato la sua poesia.
E’
dunque per tutti noi una gradita
sorpresa ritrovare tra le pareti di una biblioteca l’amico poeta Nazario
impegnato in un colloquio immaginario con autori ed intellettuali di grande
spessore umano, tra le maggiori menti che lo hanno influenzato la sua
personalità.
Da un
tale confronto ravvicinato, in cui si mescolano impulsi poetici e saggistici
Pardini ci dona una rappresentazione teatrale di grande effetto immaginandosi a
turno seduto accanto a Catullo, Manzoni, Leopardi, oppure dialogando con Dante
Alighieri e altrove con una parata di eccellenze culturali come Baudelaire,
Platone, Pavese, D’annunzio, Cardarelli, Saba, Ungaretti, Montale, Caproni, Sibilla Aleramo, Dino
Campana, Foscolo, Quasimodo e altri ancora.
Il tentativo,
riuscitissimo, del poeta è quello di un suo commento/contributo interpretativo dei testi scaturiti da questo
confronto e citati secondo un modello a lui caro, saltellando da un autore a un
altro, entrando in prima persona o attraverso l’auto citazione dell’anima
incontrata, nei versi delle grandi opere e ivi
installarvi sue personali sottolineature con fascinose adesioni e
partecipati commenti critici.
Da
scaltro sceneggiatore Pardini fa entrare
in scena i suoi attori come quando
scrive: “ Si udirono chiacchiericci e frecciatina/ fra i componenti della
biblioteca; Leopardi con Manzoni, Cardarelli/ con Pavese, Catullo con
D’annunzio.../ e tutti esprimevano pensieri / sul mondo e le vicende che toccavano/la loro singolare
situazione.”
Con un
chiaro divertissement personale Nazario si fonde e si confonde con il gruppo
dei suoi personaggi, entrando ed uscendo, con intensa partecipazione emotiva, dai testi
delle grandi opere esaminate , in
modalità, da pari a pari con i suoi simili e così di seguito tra i tanti grandi
entrano in scena, Pastonchi, Caproni( il
livornese), Sibilla Aleramo, Carlo Alberto Salustri con il suo romanesco
dialetto, Montale con i suoi “ Ossi di seppia”, Quasimodo che recita presentandosi
: “ Sono Quasimodo ed ebbi nella mente/la tragedia della guerra che io
vissi/come un danno ferale nella mia/bella Milano dove sulle strade/ si
contavano i morti abbandonati/ “.
Si
inserisce nella scenografia anche un momento di dibattito vivace sulla corrente
dell’Ermetismo tra i poeti presenti in biblioteca a dimostrazione di come Pardini metta in
gioco la sua voglia di cultura e di dibattito sulla cultura.
Davvero
gustosa questa seconda sezione del volume che si segue avidamente e dove
scopriamo cadenze di un linguaggio poetico che trae linfa dalla “ Commedia “
dantesca.
L’ultima
poesia di questa sezione chiude
idealmente un sipario alla rappresentazione teatrale inscenata, in cui l’autore
si conceda dai suoi lettori auto illuminandosi con grazia e umiltà rimandandoli
alle dieci successive poesie d’amore, oggetto della terza ed ultima parte.
E
dunque Nazario Pardini stupisce ancora una volta per la versatilità del suo
bagaglio poetico restando peraltro ancorato ad un amato classicismo, rivisto ed
attualizzato, facendo risuonare ancora e
sempre con grande maestria le corde multiformi e raffinate della sua voce
poetica, passando dai recuperi memoriali dolci e amari di un tempo passato ad
una teatralità con effetti coreografici dagli splendidi risultati .
Non ci
resta dunque che attendere la prossima meraviglia che tirerà fuori dal suo
magico repertorio poetico.
Carmelo
Consoli
Trovo meravigliosa questa esegesi del caro amico Carmelo dell'ultima Opera del nostro Nazario. Il paragone con una scenografia rende il Poeta attore di una rappresentazione in tre atti, che parte dalla saudade e approda all'Amore. Carmelo possiede la vivacità intellettuale e lessicale per porgere l'Opera del Nostro
RispondiEliminaMaestro nella sua interezza, definendola l'ennesima dimostrazione della 'versatilità del suo bagaglio poetico restando peraltro ancorato ad un amato classicismo, rivisto ed attualizzato, facendo risuonare ancora e sempre con grande maestria le corde multiformi e raffinate della sua voce'. Sono grata a questi pilastri della Cultura che sanno mettersi gli uni al servizio degli altri, consentendo ai profani come la sottoscritta di imparare, crescere e arricchirsi. Li abbraccio entrambi con ammirazione infinita e con l'affetto che sanno...