Una stella gialla
Si
sono scavati una tomba nell’aria. Solo
noi
pochi siamo sopravvissuti. Primo Levi.
Le stelle spariscono all’alba
quando
la luce del giorno
illumina
la città dei morti,
occhi
che fissano il vuoto
d’altri
occhi, foglie caduche
nel
vento d’autunno
di
lunghe attese:
le
farfalle volano oltre
le
sbarre, hanno ali
lunghe
e colorate,
io
le mie l’accarezzo
dolcemente
come i capelli
d’una
donna e le conservo
per
il fine pena.
Stamane
ho raccolto
una
farfalla gialla
nella
mia cella, sembravano
due
farfalle abbracciate
in
un insolito silenzio:
era
una stella gialla,
perduta
da un ragazzo scalzo
una
mattina di dicembre.
Così conto i giorni
Per sopravvivermi ti ho forgiata come un'arma,
come una freccia al mio arco, come una pietra
nella mia fionda. Pablo Neruda
Mi hai insegnato ad amarti,
lunghe
colline ondulate
verso il
rosaio senza spine
ho vissuto
i miei anni migliori.
Corse
sulla battigia e risa,
mani
strette guardando l’orizzonte
finché la
luna si concede al giorno.
Oggi ho
imparato il cinismo del falco
- il canto
scende lento nella notte -
il tempo
non fa sconti alle menzogne
e leggero
bussa il vento all’innocenza
portando
via il coraggio dei giorni
smarriti
nel campo di primule viola,
appassite
nell’ora del commiato triste.
Così conto
i giorni dell’autunno
- l’anima
si scuote quando è viva -
e
m’accorgo che la strada sale
verso
l’ignoto, l’età non concede tregua
ai
tormenti dell’anima, oggi la cetra
tace alla
carezza lieve del vento.
Non
sempre il dolore
Non
sempre il dolore
annega
l’anima
nell’acque
profonde dell’oblio.
Davanti
alla scogliera di Scilla
guardo
l’Isola
assorta
nei pensieri
e
l’onde infrangersi
senza
respiro
sulle
rocce imbrunite
e
gabbiani cantare
il
loro morire.
Ma
gli usignoli
gorgheggiano
ancora a primavera
e
giovani madri
partoriscono
gemme di vita.
Non
sempre il dolore
rende
fragili, la sera;
il
vagito d’un bimbo
è
memoria di futuro,
occhi
orfani di fanciulli
chiedono
solo carezze,
lontani
da fredde pareti
bianche,
memorie perdute
nell’insonni
notti
di
luna piena
a
vegliare la stanca vita,
unica
compagna
una
mano stretta alla mia.
Pietro Catalano nato a
Palermo vive a Roma dove lavora in un Ente Pubblico.
Fa parte di varie Accademie
Culturali e figura tra i vincitori e i segnalati di numerosi concorsi nazionali
e internazionali; i risultati più rilevanti sono: 1° classificato al Premio
«Città di Melegnano» (2005), «Città di Pereto» (2005, 2009), «Poesia nel
Quadro» (Lodi 2005), «Pablo Neruda» (Landriano 2006), «Mondolibro» (Roma 2006),
«Baronessa di Carini» (Carini, 2006), «Premio Magnolia» (Roma 2007, 2008),
«Città di Monza» (2009) «Città di San Miniato» (2009), «Poesia in Strada»
(Colmurano 2011), «Premio Roddi» (2011) «Sicilia 2011» (Palermo 2011),
«Sirmione Lugana» (Sirmione 2011), «Parole e Segni» (Catania 2011); 2°
classificato al Premio «Trofeo Giacomo
Leopardi» (Recanati 2005), «Aeclanum» (Mirabella Eclano 2006), «Città di
Vecchiano» (2006), «Semaforo Rosso» (Firenze 2007), «Città di Pompei» (2008),
«Mon Aureus» (Montelepre 2008) «Sìlarus» (Salerno 2010), «Gran prix
franco-italien» (Metz, Francia 2011). Sue liriche figurano in antologie
didattiche e collane letterarie, nonché tradotte in lingua inglese. E’ presente
in enciclopedie e dizionari di letteratura. Ha pubblicato la raccolta poetica
«Oltre il recinto» (Edizioni I Fiori di Campo, 2007), prefata da Claudia
Manuela Turco. Nell’anno 2010 ha ricevuto il Premio
alla Carriera nell’ambito della Cerimonia della «V Edizione del Premio
Internazionale Magnolia» svoltasi a Roma. Si sono occupati del suo lavoro
diversi studiosi e critici, tra cui Enzo Concardi, Rodolfo Tommasi, Francesco
De Napoli, Eleonora Roncaglia, Maurizio Baldi, Francesco Mulè, Antonio Masetti,
Vittorio Belli, Laura Bosia, Fulvia Ricci, Ester Puccini, Riccardo Fassi, Rosa
Levi.
Queste poesie intrise di malinconia ci conducono al senso del bello racchiuso in ogni momento della vita, ci dicono che se sappiamo guardarlo con occhi semplici lo possiamo trovare. E Pietro Catalano con il suo linguaggio poetico netto, chiaro e immediato ce lo dice esprimendolo anche attraverso immagini belle e famigliari. Un commento a parte merita la prima poesia dove l'immagine della stella gialla - di drammatica memoria - viene, non scambiata, viene vista come una farfalla simbolo sì di fugacità, di precarietà, ma pure di bellezza e di rinascita. I miei complimenti a Pietro e un caro saluto, Lucianna Argentino
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