martedì 29 maggio 2012

Tre poesie edite di Ragazzi Roberto


     SENNA

Un violino tzigano nella sera
intonava una lenta melodia,
la corrente del fiume lucente come cera
senza sosta percorreva la sua via.

Il suono chiaro si espandeva piano
e si disperdeva lieto intorno
accarezzava l’armonia la sua mano
mentre alla notte dava posto il giorno.

Col passo lento, lo sguardo fisso,
incerta procedeva all’imbrunire
senza paura di quel profondo abisso
ma con il coraggio di chi vuol morire.

Stava sulla panchina un mendicante
il calar del sole ad aspettare,
braccio steso e mano tremante
quella giovane donna a rimirare.

Quando lei gli giunse dirimpetto
non ebbe la forza di fermarsi
per la strada di fianco al parapetto
proseguiva con l’incertezza sul da farsi.

Giunta infine al ponte sulla Senna
fissò l’acqua di sotto che correva
dalla borsa ritirò quaderno e penna
speranze nel suo cuor più non aveva.

Guardò il mendicante questa scena
lesto ed in silenzio si alzò dalla panchina
non capiva tutta quella lena
quella fretta di abbandonare ogni mattina.


Quando lei lo vide avvicinarsi al luogo insano
un dubbio per la mente la sorprese,
resistenza non fece e la sua mano
si strinse per istinto a quel cortese.
Svegliandosi dal sonno  come d’incanto
veloci gli occhi le si riempirono di pianto.
  


AMED ASSAD

Fermo lungo la strada aspetto
col volto impolverato
l’uguale giorno nuovo
che presto deve arrivare.
Provincia dell’impero
dove non cresce una sola pianta
che possa rinfrescare
la calura e limitare l’afa.

Dove sei Signore delle acque
che porti la tua pioggia
a dilavare il mondo
e a portare una speranza.

Perduto tra case di fango e pietre
osservo il firmamento
e di tutto quello che vedo
resto sconvolto e stanco.
Sabbia del deserto intorno
che percorre queste valli
mentre un sibilo di vento
mi arrossa e offende gli occhi.

Dove sei Signore di quel cielo,
un uomo venuto da lontano
mi ha detto del paradiso
dove anche io potrò mangiare.

Lontano ancora sento
del vecchio lupo l’ultimo ululato
prima che venga giorno
sarà anche lui lontano.
Io non conosco niente,
non ho mai visto il mare,
non ho mai oltrepassato quel confine
che segna la fine della valle.

Dove sei Signore della terra
che gli uccelli hai fatto volare,
che i fiori hai fatto nascere
in luoghi dove non so arrivare.

Sento il peso addosso
di questa terra insana
io che non posso correre
a perdifiato sulla mulattiera.
Caduto a terra un giorno
colpito da quella mina
rimango fermo immobile
ad aspettare sera e la mattina.

Dove sei Signore della pace
che una mamma al fianco poni,
fa che questo male passi presto
e ne rimanga solo testimone.

A questi stracci secchi
che col paesaggio si confondono
mi sono ormai abituato
mi manca tanto solo un sorriso.
E se non passa un viandante
che mi butta una pagnotta
niente anche per oggi
metterò nella mia bocca.

Dove sei Signore della notte
che inviti il sonno ad arrivare
fammi sognare un mondo nuovo
dove in pace anche io possa dormire

Se chiudo gli occhi un istante
vedo una nuova terra
dove cresce tanta erba
e i bimbi vanno  a scuola.
Poi li apro sul mio mondo
e penso che non sia vero,
è un sogno malandrino,
cattivo e dettato dal destino.

Dove sei Signore della vita,
se un giorno troverai un istante
passa da queste parti
e porta la mia tra le tue braccia.



ANONIMO VENEZIANO

Oscilla la musica
come un’amaca nel vento,
s’alza e repentina cade,
muta aspetta
e più forte riprende.
Angolo di vita appassito
davanti ai miei occhi,
in questo incolto giardino
di piante morenti.
Traballa nel canto suo lieve
un nuovo mistico accordo,
tremolante, quasi confonde,
nel soffice eco del vento.
Sto solo e ascolto
camminando su foglie di platano
appiattite sopra le pietre
dal freddo frizzante
di aria d’oriente.
Ti amo Venezia,
confuso brivido umido
che sento dietro le spalle
in questo novembre
di un tempo distante.
Insiste lontana
vibrando la melodia,
suono di oboe suadente
nell’anonimo verso
in riva ai canali.
Lima l’acqua le sponde
e appagata
la corrente rincorre,
frusciando su una docile gondola
e dondolandola
nella sua ninna nanna.





  
Ragazzi Roberto

Nato il 28/01/1955 nel borgo di  Berguarina  a Trecenta  (RO). 
Amante della scrittura, solo dal 2010 ho deciso di rendere pubblica questa mia passione.
Ho  partecipando a vari concorsi e ricevuto numerosi riconoscimenti, tra questi: 1°posto “Premio Airali 2011” San Secondo di Pinerolo (TO),  1° posto “Premio Lett. Nazionale Danilo Chiarugi 2011”  Ponsacco ( PI), 2° posto “Concorso poesia G. Galilei 2011” Adria ( RO) , 3° posto “XVIII Concorso naz. Città di Seregno 2011” (MB), 3° posto “Premio Int. L’arcobaleno della vita 2010 per silloge” Lendinara ( RO), 4° posto “Premio Internazionale Montefiore 2011” x sillogi  Cattolica ( RN),  Premio speciale della giuria per silloge ” Concorso Città della Spezia 2011” (LA SPEZIA), 6° posto “VII Concorso Naz. Fiori d’inverno” 2011 (LIVORNO), ecc… oltre a diversi attestati di merito, segnalazioni e all’inserimento di poesie e racconti in diverse antologie.    
A ottobre 2011 ho presentato nel salone d’onore di Villa Pepoli a Trecenta (RO) la mia prima opera teatrale ” In viaggio sotto il cielo”.
            
Ho pubblicato:
La strada verso la sera” - La Riflessione - Davide Zedda Editore - (2010  poesie)  
“ Il cantastorie” - MJM Editore - ( 2010  racconti brevi)
“ Clorìne ha messo le ali” - Zona Contemporanea -  (2011  poesie )
Autunno di foglie e di cuori”- La riflessione- Davide Zedda Editore (2012 poesie)


Le tre poesie presentate sono tratte dai tre libri editi di poesia.

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