ADAGIO
Adagio
il pomeriggio chinò il foglio
aspettando
le ombre. Tu lasciasti le dita
stringere
ancora la mia mano
prima
dell’ultimo bagliore, poi le pupille.
Mi affilo
nel non esserci:
inarco
sovraccarichi di incensi
nelle
strane incertezze a corridoi,
in
solitudine la mia trasparenza
è
Minotauro impazzito.
Tiro la
chioma dell’estate
senza più
ritorni.
Da “Oltre
lo smeriglio”, Napoli, 2014
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