(Valerio
Catullo, veronese 87 – 54, a. C.)
Nel
57 a. C., in occasione di un viaggio in Bitinia (Asia Minore), il poeta visitò
la tomba del fratello, morto alcuni anni prima e sepolto nella Troade.
Multas
per gentes et multa per aequora vectus
advenio has miseras, frater, ad inferias,
ut te
postremo donarem munere mortis
et mutam nequiquam adloquerer cinerem,
quandoquidem
fortuna mihi tete abstulit ipsum,
heu miser indigne frater adempte mihi.
Nunc tamen
interea haec prisco quae more parentum
tradita
sunt tristi munere ad inferias,
accipe
fraterno multum manantia fletu,
atque
in perpetuum, frater, ave atque vale.
IN
MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI
(Ugo
Foscolo, Zante, 6 febbraio
1778 – Londra, 10 settembre 1827)
Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, mi vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de’ tuoi gentili anni caduto:
la madre or sol, suo dì tardo traendo,
parla di me col tuo cenere muto:
ma io deluse a voi le palme tendo;
e se da lunge i miei tetti saluto,
sento gli
avversi Numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta;
e prego anch’io nel tuo porto quïete:
questo di tanta speme oggi mi resta!
straniere genti, l’ossa mie rendete
allora al petto della madre mesta.
Una bella (e classica) proposta di un binomio poetico che commuove, come sempre avviene quando si tratta di vera poesia.
RispondiEliminaCon un refuso da correggere nel testo catulliano: "adloquerer", non "adloquer". E con un invito, peraltro già rivolto in privato all'amico Nazario, a proporre più spesso degna poesia e a ridurre -quanto meno- la presenza sul blog di certi dilettanti allo sbaraglio continuamente in cerca di (improbabile) visibilità. Come se cultura e poesia fossero sinonimo di protagonismo!
Meno post, dunque, e più qualità: questo si sente di dire a Nazario un amico che ha seguito il blog, collaborandovi fattivamente, fin da quando (nel 2011) esso è venuto alla luce.
Quanto al resto, "per me segua che può", come scrive appunto il Foscolo (lupus in fabula!) nell'Ortis. Io il mio piccolo consiglio l'ho dato.
Pasquale Balestriere