lunedì 6 giugno 2016

N. PARDINI: LETTURA DI "VORREI ESSERE DIO" DI C. FIORENTINI


Claudio Fiorentini, collaboratore di Lèucade


Di solito nella poesia è il verso che cerca di star dietro al contenuto; che cerca di concretizzarne gli abbrivi emotivi; e non è detto che sempre ci riesca. Qui avviene appieno. Un andare oscillatorio, un prosimetro a onde rattenute o espanse, da binari a ipermetri, dacché il tema è talmente intenso da richiedere tutte le energie formali per assecondare tanta generosità sociale, umana, filosofica, francescana... Un poeta che vorrebbe essere Dio, per non esserlo; trasferire le forze umane in una sfera alta non per egocentrismo, o narcisismo, ma per donare al prossimo; per amore; per uguaglianza; per dare a chi non ha; per pulire l’aria, fare la carità, per la pace, per aiutare prostitute; per attuare tutto ciò di cui la società ha bisogno e che un uomo da solo col suo potere non potrà certamente attuare. Il poeta lo sa e quindi si  limita a fare la carità con un sorriso, /a dare un pezzo di pane a chi non ne ha, …/ a non inquinare,… / a scendere in piazza per formare un corteo di pace/ a dar supporto a chi reclama diritti/ e a parlare con una prostituta solo per farle compagnia…/se fossi Dio chissà cosa farei, /ma non lo sono
e faccio solo quel che posso io, come se fossi Dio.”. Se ognuno di noi operasse con tali intendimenti quale società migliore si potrebbe avere…
La semplicità dell’ordito poetico non inganni; si tratta di una verbalità che si raggiunge solamente dopo anni di travagli spirituali, dopo anni di laboriosi pensamenti e maturazioni stilistiche; sta nello stilema franco e comunicativo quella grandezza a cui si approda solo dopo una navigazione lunga e laboriosa.

Nazario Pardini


Vorrei essere Dio

Vorrei essere Dio
non per l’onnipotenza,
non per l’onniscienza,
e ancor meno per l’onnipresenza…
non vorrei essere Dio per i superpoteri.
E allora, dirai, perché essere Dio
se non hai ambizioni?
Ebbene,
non è per ambizione
ma per amore che lo vorrei.
Se fossi Dio farei la carità donando fiori e sorrisi
moltiplicherei i pani e i pesci per dar da mangiare a chi ha fame
pulirei l’aria,
convincerei l’uomo a smetterla di fare la guerra
scenderei in piazza insieme a chi fa sciopero reclamando diritti
batterei insieme a una prostituta per piangere con lei e aiutarla a venirne fuori
e poi…
niente…
se fossi Dio chissà cosa farei veramente
chissà se è giusto che io dica cosa è giusto.
No, no… se fossi Dio non sarei io, ma Dio
quindi resto io
e mi limito a fare la carità con un sorriso,
a dare un pezzo di pane a chi non ne ha, quando posso
a non inquinare, nei miei limiti
a scendere in piazza per formare un corteo di pace
a dar supporto a chi reclama diritti
e a parlare con una prostituta solo per farle compagnia…
se fossi Dio chissà cosa farei,
ma non lo sono
e faccio solo quel che posso io, come se fossi Dio.

Claudio Fiorentini



6 commenti:

  1. Dopo l'introduzione del grande Nazario ogni parola rischia di essere superflua. Posso dire che il testo mi ha ricordato la canzone di Lucio Dalla "Se fossi un angelo" e che ha reso l'idea di Dio più autentica e innocente. Il Dio della pietas, della carità, dell'amore universale. Il Dio che ama incondizionatamente senza attendere un ritorno. Il Dio che non opera distinzioni tra le creature. E sai, Claudio, che ognuno di noi, a mio umile avviso, porta in sè una scintilla di quel Dio?
    La lirica è davvero bellissima. Grazie!
    Maria Rizzi

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  2. Una poesia magnifica, impegnata e intensa, che prende subito, già dal primo verso si entra in sintonia, scorre con ritmo e ci conduce verso un livello dove ognuno nel suo piccolo, può contribuire fattivamente a rendere il presente migliore. Complimenti Claudio!

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  3. Osservo da tempo il poeta Fiorentini e resto sempre più colpito da questa sua verbalità semplice ed umilissima, in linea con gli sviluppi spirituali e francescani (dice bene Pardini) del suo pensiero. Ed è cosa a dir poco stupefacente, conoscendo i trascorsi sperimentalistici e metasimbolici della sua poesia, tesa originariamente a cogliere il significato trascendente della Parola, molto più che alla sua funzione comunicativa. Un poeta, Claudio, sorprendente in ogni sua prova di scrittura.
    Franco Campegiani

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  4. Stupiscono e catturano immediatamente il lettore, questi versi che inseguono senza regola un contenuto pieno.
    C'è un intero mondo che aspetta amore e quello di Dio sembra non bastare. Per questo, trovo splendida la chiusa che spero di interpretare nel modo giusto "e faccio solo quel che posso io, come fossi Dio", quasi a dire che nemmeno Lui può tutto e quindi ha bisogno dell'aiuto di tanti uomini generosi e onesti simili a Lui pur non essendo Lui.
    Complimenti Claudio Fiorentini, credo che questa sia la sperimentazione vincente, in poesia come nella vita.
    Annalisa Rodeghiero

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  5. Ringrazio Nazario per l'approdo su Lèucade, e per la sua graditissima recensione. Ringrazio anche Maria, Annalisa, Franco e Francesco per gli stimolanti commenti, che valgono più di una menzione o di un premio in un concorso.
    Grazie!
    Claudio

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  6. Vorrei essere Dio...un titolo che induce a ritenere che il poeta tenda al superamento di sé medesimo, in una sorta di antinomia kantiana fra il Dio del sé e le contraddizioni del mondo. Questo poesia è invece una meravigliosa supplica al Dio infinito e che in tale Infinito che è in Lui sia il motore atto a girare la Terra non nell'ingiustizia, non nell'ignoranza, non nel potere, non nella crudeltà ma nel rispetto e nell'amore universale. Nelle parole volutamente pacate si percepisce il grido intimo, intenso tanto da giungere al Cielo, affinché Colui che ne è il Padrone volga finalmente uno sguardo benevolo verso l'umanità tormentata. E' una poesia meravigliosa, fatta di pensieri e parole tali da comporre una lirica che è melodia
    Annamaria Rizzi

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