Giancarlo
Baroni: Le anime di Marco Polo. Book
Editore. Ro Ferrarese. 2015. Pag.144. € 14,00
Un
libro ben fatto, di profonda empatia umanistico-esploratrice, che sottintende
grandi conoscenze letterarie e storico-geografiche, dacché vi è una vera
perlustrazione di luoghi vicini o lontani che hanno segnato le tappe fondanti
della speculazione conoscitiva dell’uomo.
Le anime di Marco Polo, il
titolo. Che poi trae il suo enunciato da una sezione fra le più accattivanti
che potrebbe porsi, dopo I ritorni di
Ulisse, come momento incipitario con valore eponimo. Apre il testo,
appunto, I ritorni di Ulisse, e quale
contenuto migliore poteva rappresentare gli intenti dell’Autore. Quell’Ulisse
che ha percorso il viaggio più significativo e più simbolico dell’esistenza e
dell’immaginazione umana; nostos che da Dante ai nostri giorni ha espresso sapore
di ricerca, di cultura, di sapere, di riflessione, di ritorno, di sentimenti
sempre attuali, simboleggiati in sirene,
in Nostoi, in quel cammino che tanto sa di vita; che tanto sa di spirito di
avventura, di scoperta oltre colonne che separano il conscio dall’inconscio. Tredici
i sottotitoli che si succedono nella silloge, e di cui ognuno, nella diacronia
dell’insieme, costituisce un momento determinante per la compattezza e
organicità del “Poema”: voglia di
penetrare nelle vicende dall’odeporico sapore con intenti parenetici e visivi;
immaginifici e basilari per contenuti che chiedono versi essenzializzati,
scorrevoli, asciutti e apodittici:
Raccontami ogni giorno
una tappa del viaggio
e dopo ricomincia, steppe
deserti
gli splendidi giardini dei
palazzi
dai soffitti dorati
vedo coi tuoi occhi il mondo. (Rustichello).
Americhe di Amerigo, Attorno
alle Galapados, Vittorio Bottego, Incontri / apparizioni, Fiandre, Paesi Bassi,
Le trappole del mare, Nel regno di Nettuno, Dintorni, Le città dei santi, Paesi
reali luoghi immaginari. Tante le occasioni per concretizzare un animo zeppo di pathos e di substantia.
E non sempre la scussa conoscenza si offre in maniera agevole ai lampi del
verso. Giancarlo Baroni riesce con urgente forza emotiva a tradurre il suo
bagaglio interiore in figure e luoghi che rappresentino la sua identità; una
identità che gode di contenuti rimasti a
decantare, a macerare in un animo propenso a dire di sé attraverso realtà, concretezza,
e voli immaginifici; attraverso città,
spiagge, bare con i becchini, basiliche, Ande,
cannoni, proiettili micidiali, dote di sposa, fino a Isernia la Pineta (vivevano nostri
antichi antenati):
(…)
Trascinate le prede fino all’accampamento,
ai bordi del torrente riparati dagli
alberi
vi aspettano le donne coi bambini. (A
Isernia la Pineta).
Tanto
materiale, tanta storia, tanta geografia dell’anima, ma una cosa è sicura:
senza il sentimento che condisca coi suoi ingredienti i luoghi della memoria, i fatti, le
circostanze o le varie panoramiche della conoscenza, non ci sarebbe
poesia. Il canto chiede di essere alimentato
da un cuore che pulsa o di amore o di “συμπάθεια” simpatia, di
vicinanza o di lontananza o di malinconia o di odio o di tristezza o di saudade
o di rimembranza. Solo così la realtà si trasforma in immagine dando luogo al
serbatoio del poema.
E
questo è ciò che avviene in LE ANIME DI
MARCO POLO di Giancarlo Baroni.
Nazario
Pardini
Giancarlo
Baroni è nato a Parma, dove abita, nel 1953.
Ha
pubblicato due romanzi brevi, qualche racconto, un testo di riflessioni
letterarie e sei libri di poesia. Le ultime due raccolte di versi sono: I
merli del Giardino di san Paolo e altri uccelli (Mobydick editore,
2009, prefazione di Pier Luigi Bacchini; nuova edizione illustrata e ampliata,
Grafiche STEP Editrice, 2016) e Le anime di Marco Polo (Book
editore, 2015).
Nel
2009, 2010 e 2011ha letto a “Fahrenheit” (Rai Radio 3) diverse sue liriche, alcune
in occasione del Festival della Filosofia di Modena.
Per
quasi vent’anni ha collaborato alla pagina culturale della “Gazzetta di Parma”.
Nessun commento:
Posta un commento