“La storia di questa raccolta
di versi inediti inizia alcuni anni fa, quando Francesco Dario Rossi, durante
un viaggio in Spagna, visita a Valencia l’Hemisfèric, parte di un più ampio
complesso di monumenti urbani denominato “Città delle Arti e delle Scienze”,
progettato nella sua città natale dall’architetto, ingegnere e scultore
catalano Santiago Calatrava (1951 -). L’Hemisfèric, inaugurato nel 1998, racchiude
sotto il suo guscio di cemento traslucido, lungo 110 metri, un globo
fluttuante, che funge da cinema e da planetarios; la gigantesca palpebra
incorpora un sistema di alette montate su steli centrali rotanti, che aperti
rivelano l’interno della sfera…”
Questo l’incipit della
prefazione al testo di Andrea Lavaggi. Una prefazione acuta e dettagliata che
ci illumina a livello architettonico e poetico sull’opera di Francesco Dario
Rossi. Si può dire, senza alcun timore di essere smentiti, che l’Autore, in
questo generoso impegno epigrammatico, riesce a tradurre in versi liberi tra gli spazi architettonici di
Santiago Calatrava ponti, stazioni, auditorium, gallerie pedonali, torri,
edifici abitativi, ricorrendo a un linguismo di
autentico valore estetico. Cosa
non facile adattare versi a realizzazioni varie e articolate di tale levatura.
Anche perché la poesia è soprattutto immaginazione, sentimento, repêchage; è
realtà rimasta a decantare nell’animo e poi rovesciata sul foglio quando urge e
detta. Ma qui non mancano di sicuro gli ingredienti di una poetica sana e di tali
intendimenti, dacché le visioni, e le angolature delle grandi opere d’arte, una
volta vissute, sono rimaste nell’intimità più profonda dell’Autore in attesa di
essere riportate a vita. I brani, testo
a fronte con traduzione in spagnolo di Ana Rosalia Cordero Pérez e in inglese
di Marina Fico, dànno già l’idea della monumentalità del libro. Si alternano illustrazioni
di rara fattura a versi di urgente resa visiva. Il tutto in 228 pagine.
Creatività e padronanza versificatoria fanno da piedistallo a questo “Poema” di
notevole compattezza e organicità, dove spontaneità e corposità
empatico-descrittiva fanno brillare la potenza del canto:
Immensa arpa mi appari
Briglia d’Oro il tuo nome
remote armonie
luccicano di note sospese
Alto svetta il pilone
a penetrare le nubi
a ricercare l’azzurro
Un’architettura
stilistica breve, fluente, secca, e apodittica;
un andare armonico e di eufonica misura che rende la lettura vicina e
appetibile:
Bianco cetaceo che emerge
a respirare sull’acqua –
da fanoni e branchie sui
fianchi
fiotti penetrati di luce
Odi riecheggiare le note
da strumenti vibranti di suoni
La mente si eleva in concerto
Valencia,
Bilbao, Barcelona, Reggio Emilia, Venezia, Lisboa, Berlin, fino a Toronto,
Buenos Aires.
Una
vera escursione di monumenti accompagnata da un animo bambino capace sempre di
emozionarsi e sorprendersi di fronte alla Bellezza:
Bianco e rosso cilindrico –
del Canada bandiera –
si sospende leggero
sul Bow River
a Calgary
Pedoni e ciclisti
attraversano il fiume
con la mente incantata
da riflessi di luce
Fluorescenza li avvolge
in un sogno di pace
dove:
“la mente è rapita da questa improvvisa sensazione di infinito”, e dove l’anima
vola in una VERTIGINE D’ASTRI.
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