Loredana D’Alfonso su “Come foglie in autunno” di Ester Cecere
Loredana D'Alfonso, collaboratrice di Lèucade |
Ester Cecere, scrittrice e poetessa
tarantina, pluripremiata in prestigiosi concorsi letterari, è stata più volte
presentata a Roma con le sue pubblicazioni, sia in prosa che in poesia.
La sua seconda silloge poetica, “Come
foglie in autunno”, edita da Tracce Edizioni, introdotta da una preziosa
prefazione di Ninnj Di Stefano Busà, rievoca istantaneamente la splendida
metafora della caducità della vita terrena, così come dipinta in toni di rame
dorato nella lirica “Soldati” di Giuseppe Ungaretti: “ Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.
Certamente, Ungaretti è nel cuore della
poetessa, dal momento che, in premessa, un suo verso apre la silloge. Tratto dalla
lirica “Mio fiume anche tu”:“…d’un pianto
solo mio non piango più”.
Questo verso è la chiave per poter
comprendere le liriche che seguono: sono poesie sintetiche, a volte crude,
piene di pessimismo e di senso di sconfitta.
D’altra parte, sono senz’altro da
rimarcare due caratteristiche importanti: Ester non piange mai da sola e non si
piange addosso.
Non piange da sola perché non è chiusa
in se stessa, il suo sguardo spazia sui poveri, gli ultimi, i dimenticati, i
deboli.
Si veda la lirica “Risveglio”: “Solo ora ti vedo/ Negli occhi senza luce/
del bimbo denutrito/ nella ragazzina violata/ ora lungo la strada”
Così come in “Con il burqua
nell’anima”: “Tra mura rosse di terra/ e
vigili minareti/ pipistrelli frettolosi/ s’aggirano/ occhi sottomessi/ visi
inesistenti/ voci negate/ Donna/ la sola congenita colpa”.
Lo sguardo della poetessa sfiora le
sofferte vicende dei migranti che “Di
vedere ci impongono/ E di ascoltare.” Con toni struggenti, celebra la morte
di un bimbo morto di stenti in “Non brillò per te la cometa”: “Nemmeno una stalla/ti accolse/non brillò per
te/la cometa”.
Ci sono momenti in cui il groppo alla
gola sale e sembra di soffocare come nella lirica “Sconfitta”: “Come un uccello nella rete/crocifisso/ come
pesce all’amo/ impiccato/ così io/ dal vuoto d’amore/annichilito”.
Ed altri istanti in cui il gioco della
vita diventa un paziente lavoro di ricucitura esistenziale, come nella poesia “Una coperta per il mio nido”: “Come maglia/si sfila questo amore/ punto dopo punto/ giorno dopo
giorno/ come magliaia ostinata/ ogni punto riprendo/ il filo in un gomitolo
avvolgo/ ma non so se riavrò/ una caldo manto/ che il mio nido protegga”.
Non si piange addosso, la poetessa,
perché anche nel sentire nel modo più acuto il proprio sfinimento, (nella
lirica “Limone”, che appare come un quadro di natura morta e che ho sempre
amato per la sua estrema sintesi) esprime una sensazione in modo profondo, ma
non indulge in nessuna autocommiserazione.
“Limone
spremuto sono/ senza più succo/ su di un tavolo/dimenticato”.
Il pessimismo di Ester non è senza
possibilità di uscita o di riscatto. La poetessa conserva un anelito verso l’Alto, la natura, l’essenza
della vita, e si abbandona al mistero.
“E’
preghiera/ il vento tra le fronde/ sui monti Sibillini. E’ preghiera/ lo scroscio
di ruscelli/ tra boschi e valli persi/
E’ invito/ il richiamo dell’upupa/ all’ombra di benigni campanili”.
E, come scrive Ninnj Di Stefano Busà, “l’amore ci salva, ha la sua coesione e il
suo alveo sereno dentro di ognuno, resiste in fondo al cuore…”.
Loredana D’Alfonso
Straordinaria disamina, Lory mia, di una delle bellissime Sillogi di Ester Cecere. Hai sottolineato il suo amore per Ungaretti, e hai messo in evidenza come sia sua peculiarità 'Non piangere da sola perché non è chiusa in se stessa, il suo sguardo spazia sui poveri, gli ultimi, i dimenticati, i deboli." Ester è consapevole, da sempre, della mia ammirazione autentica per i suoi versi privi di orpelli, veri, forti, nudi, intinti nel sangue. La brevità aggiunge, non sottrae. D'altronde proprio il suo grande genio ispiratore, G. Ungaretti, era solito procedere con l'arte della sintesi e realizzare veri capolavori. Complimenti amica mia, per questo viaggio tra le Sillogi e le opere in Prosa degli amici presentati a Roma nel corso degli anni. Sei la nostra voce che si leva alta nel silenzio. Ti ringrazio, e abbraccio forte te, la Poetessa e il nostro Condottiero che rende possibili questi sogni...
RispondiEliminaGrazie Maria cara del tuo commento ....facciamo il possibile per tenere vivo questo tempo avaro di sorrisi....
RispondiEliminaTi abbraccio grata insieme al nostro Nume tutelare che protegge Leucade e permette di incontrarci !
Loredana D'Alfonso