Solitudine
Sfioriscono
l’ore
sul
far del mattino
nel
freddo calore
d’un
solo cuscino.
Son
tocchi perduti
di
dolci ricordi,
ritornano,
muti,
con
flebili accordi.
Fantasmi
ormai vani
nel
vuoto che ho accanto,
ho
solo le mani
ricolme
di pianto.
Silenzi,
parole
mai
dette… Perché?
Ridevi
nel sole,
tu
sole per me.
Vivesti,
lontano,
un
solo momento,
tendendo
la mano
nell’urlo
del vento.
Reclinano
i fiori
lo
stelo appassito,
son
muti rossori
d’un
sogno finito.
Attendo,
silente,
la
gracile sera:
un
soffio… poi niente,
la
tua primavera.
Lido Pacciardi
Grazie, Professore, della pubblicazione.
RispondiEliminaLido Pacciardi riesce a convincere e stupire con questa lirica composta in senari a rime alternate. Il rischio di cadere nella filastrocca era altissimo, invece i versi sono lievi come spuma, e tristi, come si conviene allo stato di solitudine. Il ricorso al metro classico e alla rima rendono la composizione pura sinfonia e la brevità le aggiunge valore, visto che i versi hanno carattere immaginifico. Un soffio.. che ci carezza e ci avvicina all'anima del Poeta. Mi congratulo con l'Autore e lo saluto affettuosamente.
RispondiEliminaCara Maria, sono io che devo ringraziarti per il tuo graditissimo apprezzamento. Ti ringrazio sinceramente e ti invio un caro saluto. Ancora... grazie.
RispondiElimina