Crepuscolo
(A Renato Natali pittore labronico)
è sera. Si allungano le rondini
sui fili della luce come ombre
di anime irrequiete. Quei disordini
disseminati attorno di penombre
sono le cose in libertà che irrompono
nelle fuga dei campi solitari
dal giorno che si perde. La interrompono
le gazzarre di uccelli sui filari
che grondano ferite. è
di Maria,
una giovane paesana, il dolce canto
che mi ricorda amore. Poca luce
borbotta dei sospiri: è melodia
di violini il crepuscolo. Sul canto
(DA ALLA VOLTA DI LEUCADE)
Si danza sulla musica, nonostante la lirica sia dedicata a un pittore. Di questa Silloge, Nazario mio, ho amato ogni poesia, le ho introiettate, mi sembra di rivederle sullo spartito delle rimembranze più dolci e importanti... Ah, la schiera delle rondini sui fili della luce, peraltro così diffusa proprio nei vicoli delle isole greche, così simile a un pentagramma... La loro pace dopo il disordine chiassoso degli stormi: il quadro si ascolta e si vede. Sei mago di simestesie. E rendi ogni lirica indimenticabile storia d'amore. Qui la paesana dal 'dolce canto', ha il mio nome e posso vagheggiare di vivere nel tessuto della tua Opera... Grazie Maestro, abbiamo bisogno di queste fughe, di questi incanti, continua a traghettarci sul carro della luce verso 'la melodia di violini' dell'ora azzurra del giorno. Sei impareggiabile. Il Poeta si distingue dall'uomo comune per la capacità di 'riuscire nella libertà dell'impossibile'. Grazie sempre. Sei nel mio cuore!
RispondiEliminaCaro Nazario, non ricordavo questa suggestiva poesia in cui la rima include la parola precedente. Ecco un altro aspetto sconosciuto dei tanti del tuo ammaliante modo di scrivere. Ma altri complimenti non te li voglio fare se no ti monti la testa. Ciao, alla prossima, caro Toscanaccio
RispondiEliminaCarla Baroni
Ho letto e scritto su "Alla volta di Lèucade" a suo tempo.
RispondiEliminaOra, trovare questa poesia, qui, mi dà modo di confermare il pensiero che mi feci e tuttora ho del canto pardiniano.
L'ultimo verso racchiude l'intera sua poetica: "l'azzardo di un lampione in controluce" è immagine e metafora di una visione del mondo che aspira alla bontà fra gli uomini.
Il rischio che Pardini prende è un desiderio d'amore e di fratellanza nella consapevolezza della brutalità e dell'orrore che, da sempre, infesta il raccolto di chi semina il grano su questa terra.
Sandro Angelucci
Ringrazio gli amici/che dei loro indovinati commenti. "Si danza sulla musica, nonostante la lirica sia dedicata a un pittore.", Scrive Maria, e Carla: "non ricordavo questa suggestiva poesia in cui la rima include la parola precedente" e infine, la commovente affermazione dell'amico Sandro: "il rischio che Pardini prende è un desiderio d'amore e di fratellanza nella consapevolezza della brutalità e dell'orrore che, da sempre, infesta il raccolto di chi semina il grano su questa terra". Commosso vi abbraccio, carissimi.
RispondiEliminanazario
La lettura di questa poesia, mi ha spinto a riprendere tra le mani quel magico scrigno di perle che è " Alla volta di Lèucade ". E mi sono perso nella lettura, ancora una volta, perché l'affabulatore Nazario parla in poesia, racconta poesia, avvince con la poesia."Si danza sulla musica" scrive Maria Rizzi. Vero, verissimo. Tuttavia io non metterei in secondo piano la visività - ossia la capacità di cogliere l'essenza della realtà fenomenica - che informa questi versi e che si trasforma in visione e in rappresentazione pittorica per mezzo del "verbum", pennello del poeta. Sì, credo proprio che Nazario abbia occhio da pittore. E che cosa sono, se non pennellate d’artista e intarsi poetici, quell’incalzare di vivide metafore che depongono immagini di vita sulla tela? E - giusto per citarne una tra le altre, pure molto belle- quell’incredibile “Poca luce / borbotta dei sospiri”? E - mi chiedo - se non fosse per questa consonanza di sentimento artistico e di “visione” della natura e del mondo circostante, perché mai Nazario Pardini avrebbe dedicata questa lirica a Renato Natali, pittore? Così mi par di capire, e mi scuso se dovesse essere altrimenti.
RispondiEliminaPasquale Balestriere
Grazie a Maria, a Carla, a Sandro, e soprattutto a Pasquale per il suo commento Profondo e ispirato che tanto coinvolge ed emoziona.
RispondiEliminanazario
Questa poesia d Nazario Pardini è un quadro.
RispondiEliminaE' come se il Poeta si fosse seduto davanti alla tela di un macchiaiolo (anche il sottotitolo lo suggerisce) e le parole diventano pennelli, la poesia è colore: dapprima colore penombrato, perché è sera ed emergono ombre inquiete -le rondini immobili sui fili della luce e gli oggetti indistinti in una loro disordinata libertà...
Un incipit che è scena di romantico approccio, ma il Poeta è Pardini, il solare poeta dell'amore, del canto, della femminilità dolce che è memoria di giovinezza perenne, di gioia limpida, agreste, paesana..
A questo punto anche la "poca luce" non intristisce, ma "borbotta sospiri", melodiosi nel crepuscolo di violini. Tutto il quadro è avvolto nell'alone di luce di un lampione..
Questa breve lirica è un gioiello di grande bellezza, incastonato nelle parole che la identificano e che sono di per sé la firma dell'Autore, come musico e pittore.
Nazario Pardini è Poeta che racconta la sua vita presente e passata come fosse una favola in versi. Un poeta da amare.
Grazie!
Edda Conte.