venerdì 23 aprile 2021

MAURIZIO DONTE SU RODOLFO VETTORELLO

 Poche parole sull'opera di Rodolfo Vettorello, poca cosa certo, ma la critica non è "cosa mia". 

Maurizio Donte

 

Maurizio Donte,
collaboratore di Lèucade

Solitamente mi astengo da considerazioni sull'opera altrui, non avendo i mezzi e gli studi necessari per esprimere una critica compiuta. 

Quindi, con tutta l'umiltà del cuore, dirò soltanto quello che nel mio piccolo percepisco nelle sue poesie. Rodolfo è grande nel suo farsi semplice, accessibile, per la spontaneità limpida dei suoi versi, che riescono sempre a veicolare concetti che sono suoi e di tutti, universali. 

E quando un poeta riesce a farsi sentire fratello agli altri, quando il suo dettato "entra e si ferma nell'altrui cuore", e commuove, allora veramente la poesia ha raggiunto in pieno il suo scopo: è questa infatti la sua missione, rendere il sé, il pensiero, la riflessione propria, di tutti. E il raggiungere il cuore degli altri, toccando le corde dell'anima è il tratto più evidente che caratterizza il nostro amico. Semplicità del verso sciolto e metrico, sonoro: secondo la lezione leopardiana, spesso libero da schemi chiusi, dove la rima fa capolino quasi per caso, impreziosendo il tessuto del quadro, come un intarsio, una pietra preziosa a dire: guarda, ci sono, sono io, la tradizione eterna della musicalità inscindibile dal verso, e sono libera, liberissima di dire e di comunicare direttamente, senza ricorrere ad una Babele incomprensibile di astrusità lessicali, di periodi ritorti come il fil di ferro, che alla fine lasciano confusi a domandarsi: ma cosa ho letto? 

Semplicità in apparenza, la sua, come dicevo, che parla al nostro cuore, e rende vivo in noi il suo riflettere sulle tragedie umane, sulla contemporaneità che tutti assilla, e sull'oltre sconosciuto che ci attende. 

Maurizio Donte

 

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