“DE LINGUA LATINA”
Traduzione e note di Maria Rosaria De Lucia
Recensione di Enzo Concardi
Varrone,
chi
era costui? Domanda che farebbe inorridire storici, critici letterari, filologi,
latinisti, intellettuali, accademici,
acculturati, professori … insomma gli addetti ai lavori, ma non il lettore
medio italiano che, soprattutto oggi, si pasce di ben altri testi. Non fu certo
un Carneade qualsiasi di manzoniana memoria, se scrisse oltre 620 libri,
suddivisi in circa 70 opere! E se l’amico e contemporaneo Marco Tullio Cicerone
scrisse di lui: “Tu ci hai fatto luce su ogni epoca della patria, sulle fasi
della sua cronologia, sulle norme dei suoi rituali, sulle sue cariche sacerdotali,
sugli istituti civili e militari, sulla dislocazione dei suoi quartieri e vari
punti, su nomi, generi, su doveri e cause dei nostri affari, sia divini che
umani” (Academica Posteriora, I 9 – Traduzione A. D’Andria). Marcus
Terentius Varro (Rieti, 116 a. C. - Roma, 27 a. C.) fu dunque un letterato,
grammatico, filosofo, agronomo, militare e questore della Repubblica romana;
della sua enciclopedica erudizione la storia successiva non ha reso giustizia
come dovuto, forse perché gran parte dei suoi scritti sono andati persi col
tempo, tant’è che anche le traduzioni italiane sono esigue e tra queste si possono
ricordare: De lingua Latina. Libro X (introduzione,
traduzione e commento di Antonio Traglia. Bari, Adriatica 1956); Opere (a
cura di Antonio Traglia. Torino, UTET 1974); De lingua Latina. Libro VI (traduzione e commento critico di Elisabetta
Riganti. Bologna, Patron 1978).
La
presente opera pubblicata dalla Casa Editrice milanese “Guido Miano Editore” è
stata curata per la traduzione e le note da Maria Rosaria De Lucia, studiosa
qualificata della materia, laureata in Lettere con diploma di specializzazione
di Paleografo-Archivista, conseguito presso la Scuola Vaticana annessa all’Archivio
Apostolico. E’ cultrice di lingue classiche, con privilegio per latino e greco.
Una recensione d’un libro – oltre che rappresentare l’esegesi del critico – a
mio parere dovrebbe parlarne in modo tale da invogliare il pubblico non
specializzato alla lettura, soprattutto quando, come in questo caso, il
contenuto sembra arduo e lontano dai nostri maggiori interessi culturali
attuali. Il miglior modo per conseguire tale risultato mi pare proprio quello
indicato dall’autrice stessa nell’Introduzione: “I brani degli autori
classici, che costituiscono le versioni proposte a scuola, sono in massima
parte, se non esclusivamente, incentrati su gesta leggendarie, battaglie, assedi,
eroi, ma non si sa nulla della quotidianità del popolo romano. Leggere il De
lingua latina significa aprirsi al
mondo realmente vissuto da esseri umani come noi che dovevano lavorare, nutrirsi, vestirsi, far di conto, dilettarsi
nella Roma, e nell’area romana, ante Cristo”. Ed è proprio il racconto della
vita di tutti i giorni delle gentes romane, che può attrarre il lettore
odierno, al di fuori di ogni scolastica accademica, per cui svelare qui – anche
se per ragioni di spazio soltanto per titoli, e non tutti – gli ambiti
principali della società dell’epoca di Varrone, penso sia rendere un servizio
all’approccio facilitato di quest’opera, di notevole valore sotto ogni aspetto.
Ecco dunque diversi argomenti che potremmo approfondire con un’attenta lettura:
Terra e cielo – I continenti – La campagna – La città di Roma – Gli dei –
Gli animali – Le cariche pubbliche – I sacerdoti e i ministri del culto – L’esercito
– L’uomo e il suo stato economico – Professioni e mestieri – Le piante – I cibi
– L’abbigliamento – L’armamento - Tavola e stoviglie – I mobili – Oggetti da
toletta e ornamenti per il capo – Attrezzi agricoli – Gli edifici in Roma – La
casa e le sue parti – Le porte della città di Roma – I letti – Le monete - …. -
Il tempo – Il giorno – La notte – L’anno e le stagioni – Il mese – Lustro, secolo,
evo – Calende – None, idi – Le convocazioni alle pubbliche cerimonie - … - I
templi – Segni dello zodiaco, costellazioni – Trivia, ovvero la luna – L’Areopago
– L’Olimpo – Le vittime sacrificali – L’oratore – Ladroni: da mercenari a
briganti – Il cuoio, la pelle - … - Popolazione, oratore, poeta – Le maree – La
semina – Le otto parti dell’anima umana – I numeri.
Occorre
anche avvertire il lettore che, dei 25 libri originari, ce ne sono pervenuti
solo 6 – dal V al X – e nemmeno integralmente, e che in tali testi troviamo
soprattutto la trattazione etimologica dei vocaboli, ovvero, come scrive la De Lucia
nella “Breve storia dell’etimologia” che precede la traduzione, quello studio
del “primo senso di un vocabolo, che ha come oggetto la storia delle parole,
più precisamente indaga perché una parola sia nata così e da dove sia nata
così”. Pur essendo considerata da alcuni una scienza aleatoria che talvolta
giunge a conclusioni anche arbitrarie, nel nostro caso ci permette di scoprire
che gran parte dei vocaboli della lingua italiana sono di provenienza latina e
quindi anche greca. Varrone era uno scrittore sistematico e metodico ed aveva
quindi suddiviso i suoi 25 libri in sezioni molto precise: libro I
(introduzione); libri II-VII (prima esade – etimologia); libri VIII-XIII (seconda
esade – declinazione e flessione); libri XIV-XXV (terza e quarta esade –
sintassi). Inoltre ogni esade era a sua volta suddivisa in triadi.
Infine
concordo con l’autore della premessa, Nazario Pardini, quando sostiene che nella
traduzione della De Lucia del De lingua
Latina “... il sapere di Varrone viene elargito a larghe
mani con la versione di un’opera forse tra le meno conosciute, ma senz’altro,
la più completa a livello filologico per la sua interdisciplinarietà. Questo il
grande merito della scrittrice e traduttrice. Un lavoro complesso ed articolato,
dove appaiono incondizionate la conoscenza e l’abilità del tradurre e quanto sia
viva la lingua latina nel suo uso quotidiano ...”. Leggere Varrone significa quindi risalire alle
origini, alle radici della nostra lingua: ne vale la pena.
Enzo Concardi
M.T. VARRONE. DE LINGUA
LATINA
Traduzione e note di Maria
Rosaria De Lucia
Guido Miano Editore, 2020mianoposta@gmail.com
Egregio dottor Concardi, non posso non congratularmi per la Sua recensione: ha colto nel profondo l'intendimento che mi ha ispirato nell'intraprendere e portare a compimento un lavoro che sembrerebbe destinato solo agli addetti ai lavori. Il che non è, visto che il nostro oggi deriva, linguisticamente e non solo, da un passato popolato da persone che hanno saputo gettare le basi per questa nostra "civiltà". Se è vero, per i "poveri di spirito", comprare con gli occhi, deve essere vero, per i lettori attenti, comprare un libro per arricchire i propri spunti di riflessione. E questo è stato ben sottolineato dalla Sua recensione per la quale ringrazio ancora! Maria Rosaria De Lucia
RispondiEliminaRICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaEsprimo, unitariamente, i miei complimenti tanto alla dottoressa Maria Rosaria De Lucia, quanto al fidente Enzo Concardi nell'aver dato rilievo alle diverse accezioni finalistiche: l'una, per averci fatto dono, col suo volume "DE LINGUA LATINA" di uno studio approfondito della lingua capostipite, sorgente della letteratura; l'altro, con la sua recensione, per aver confermato il valore certosino e validante l'aspetto letterario, e, non ultimo, per aver dato lustro alla funzione esegetica del critico, con una lettura limpida che ben sottolinea il dato speculativo ad invogliare il potenziale acquirente all'acquisto e alla lettura. Congratulazioni!
Rita Fulvia Fazio