NEO UMANESIMO DALL’OGGETTO ALLA RICERCA
Proposte
1 La “ricerca di bottega”
Il negozio commerciale è tramontato
nella sua logica intrinseca: non è più un mero “punto vendita” ma deve trasformarsi
in “polo” di “ricerca” vera e propria. Consentire al gestore-proprietario
l’avvio di una trasformazione radicale della funzione di trasmissione del
prodotto al consumatore, unita alla progressiva revisione del prodotto stesso
(in itinere), è l’obiettivo da conseguire. Ovvero: un prodotto deve
acquisire la propria individuale progressività tecnico-umanistica in
riferimento ad una classificazione mirata e non massificata (come oggi
purtroppo accade). Solo “personalizzando” (dunque selettivamente
ricercando) la tecno dello strumento è possibile rendere compatibile lo stesso
con l’esigenza “umanistica” del potenziale cliente che detesta l’acquisto di
massa (anche se obbligato). Quindi è funzionalmente logica la scomparsa del
negozio tradizionale (uniforme o mono-finalizzato), con l'imporsi dell’avvio
del “centro” (bottega -spazio aperto – sito di esercizio, ecc.) che delega ai
potenziali fruenti non solo il prodotto richiesto, ma anche le sue implicanze
evolutive. Il “centro”, pertanto, come aiuto culturale e tecno-pratico diviene
la nuova scuola per adulti(e giovani) di ogni fascia sociale e livello
individuale di partecipazione e frequenza.
2 Il “prodotto” della tecne
L’esito della ricerca si sostanzia nel
“prodotto” che non è avulso o autonomo del ricercatore e non è "scagliato"
sul mercato in senso statistico o algoritmico. Il prodotto indotto dalla tecne,
si forma nell’ambito della ricerca personalizzata e progressiva, scaturita
dalla unificazione permanente tra oggetti e soggetti, frequenze e con scambi,
idee e realizzi. La tecne da sola non può sostituire l’essere umano. Occorre
dunque una “ricerca elettiva” e mirata che converta l’anonimato in presenza
costante, recuperi la dimensione “umana”, che rischia l’estinzione, certifichi
la visione totalizzante di un valore riunificato tra uso, consumo, finalità, espansione.
Compito del “centro”-cenacolo sarà
dunque quello di valorizzare completamente il prodotto-oggetto per liberare la
sua potenzialità inespressa nel rapporto con l’utenza fruitrice. Il prodotto
così svincolato, acquistando la propria personalità esistenziale, assumerà la
presenza-essenza determinante per orientare il “centro” nella progressività di
approfondimento di ogni problematica od ostacolo. Ovvio dunque riposizionare e
riqualificare "prodotto-oggetto" e contesto diffusorio-operativo e
sarà compito del “centro-cenacolo” rafforzare energie il più possibile per
agevolarne il percorso, alquanto complesso e diversificato nelle varie componenti
(ambiente operativo-operatori-“lettura” delle fasi e amplificazioni di ampia
connessione-ricerca oggettiva/tecno…).
3 La “filosofia” dell’oggetto
Dunque l’oggetto (prodotto) vive,
agisce ed interagisce, si posiziona ed occupa, sviluppa quanto più possibile le
proprie opportunità, condiziona ambienti e persone, indica
progressioni-applicazioni in prospetti e progetti, compartecipa al risultato.
E’ il “pensiero” oggettivo, scaturito
dall’umanesimo del ricercatore, che qualifica e personalizza il prodotto nelle
più varie espansioni applicative, ma l’umanesimo progressivo alimenta pure
l’autonoma “presenza” del prodotto stesso che cresce in valore ed intensità.
L’oggetto, rapportandosi alla presenza,
interagisce senza che l’operatore se n’avveda e condiziona qualsiasi scelta di
mercato ad ogni livello. Il "soggetto" autonomo dunque cessa di
esistere e s’identifica nell’oggetto in una compresenza particolarmente attiva
e reattiva fino ad acquisire unicità identitaria molto importante per la
crescita tecno-umanistica del “cenacolo”. Solo nell’ "identità nuova"
si realizza infatti la progressione gestita dall’oggetto scaturito
dall’umanesimo primario e fondativo.
L’oggetto poi si qualifica nella sua “dialettica”
liberatoria: contrasta le scelte azzardate (fuori mercato), contesta le scelte
pregresse (fuori mercato), favorisce il confronto delle idee operative e ne
veicola gli effetti tra esseri e Natura. La particolare propensione
dell’oggetto ad avvalersi delle scelte naturali e umane (utilizzo di "basi
naturali" per intenderci), ne facilita l’inserimento e l’ integrazione
animato/ inanimato (come già si è detto) e nel contempo occupa ogni spazio
disponibile in contrasto con gli ambienti (naturali) per ottenere la sintesi
più prestigiosa: l’identificazione con il soggetto (ricercatore-operatore…).
Il confronto con ogni ambiente esige
dunque nuovi "siti" operativi o meglio nuove disposizioni degli
stessi adattate all'inclusione più manifesta.
4 Il nuovo “centro” (operativo)
Il vecchio sistema di vendita
espositiva è superato.
L’oggetto (che vive in sé e per sé)
richiede nuovi spazi idonei ed operatori competenti all’altezza delle nuove
esigenze di mercato (vendita, televendita, ricomposizione/comunicante, pubblicità,
media, ecc).
L’officina-laboratorio annesso alla
vecchia metodica di esposizione non basta ad esaudire o esaurire le nuove
necessità del pubblico esigente più che mai; e neppure lo sviluppo dell'
estetica applicata è sufficiente: occorre un nuovo “umanesimo” di raccolta,
concentrazione, valorizzazione, riconoscimento dell’ oggetto in una sua propria
peculiarità vitale.
Laboratorio, processo estetico,
comunicazione multiforme; ma soprattutto valorialità di autonoma
esistenza oggettuale che ne accompagna la fruizione sono i nuovi obiettivi di
una frontiera sempre aperta.
Per la nuova presenza/esistenza
dell'oggetto (prodotto) occorre poi una visione schematica del “centro”
impostata su più livelli di presenza (ovvero a schede tecnologiche),
connessa all'espansione categoriale di ogni presenza ed al lancio prospettico-formativo
conseguente.
Un "centro" mono-uso non è
più formativo, né concepibile: il fruente deve poter visionare l'oggetto (che vive)
con ogni garanzia tecno-documentale nel suo progressivo, espanso universo di
percorso (dalla visione tecne-digitale alla documentazione storica, dall'utilizzo
pratico e comune alla nuova “dimensione metastorica” ecc..).
Questi obiettivi neo-umanisti necessitano
di spazi correlati e conseguenti, approvati nella massima funzionalità presente
e futura (con attento sguardo al passato).
L’umanista gestore si porrà quindi come
nuova sintesi spazio-temporale di custodia, sostegno e prevenzione di linearità
oggettuali basilari da svilupparsi nella progressione tecne-formativa
successiva.
Ma tutto il personale addetto
dovrà abbracciare la “nuova logica” del centro-ricerca ovviamente articolato
per settori (o sezioni) ma convergente nella finalità superiore di considerare
l'oggetto come “essere” compresente e di pari valore-dignità con l'umanista
progettista.
Naturalmente la diffusione della nuova
logica e compresenza sarà complessa e troverà ostacoli dalla vecchia conduzione
mentale di conservazione del percorso acquisito; tuttavia sarà vincente nel
prossimo decennio quando l'oggetto (robot, intelligenze artificiali, ecc)
assumerà dimensioni sempre meno contrastabili dall'essere umano e
potenzialmente superiori ad ogni tentativo di controllo autonomo.
5 Il “progetto” in fasi
Il processo identitario avverrà per
fasi successive. Vediamone alcune con l’ esempio di un negozio di ottica.
Fase A “Connessione” tra “laboratorio” e
bottega.
Evidenza di strumentazione adeguata;
proposizione di “siti” identitari-mediatici senza peraltro programmi di
percorso elaborato.
Addetti ancora lontani dal progetto,
impegnati nel consueto sistema di vendita; fruitori curiosi ma inquieti o
assenti in quanto non documentati, né preparati a ricevere il messaggio nuovo.
Ambiente di spazi comunicanti ancora tradizionali che non favoriscono il
processo identitario.
Fase B
Localizzazione più incisiva e integrata tra laboratorio e “cenacolo di
ricerca” (concetto di "bottega" superato).
Prima “umanizzazione”
dell’oggetto/prodotto che appare nel con testo con qualifiche più autonome e
precisate. Il “cenacolo di ricerca” ora guida e perfeziona la nuova
realtà nell'umanismo del prodotto (oggettivo) e nello strumento ideato e
progettato dal gestore. Prodotto e gestore si avvicinano parecchio e si
correlano intersecandosi in progressione nell'umanismo della tecne, finalizzato
al risultato concentrato.
L'evoluzione trasforma tutto: prodotto,
gestore, addetti, ricerca, spazi, comunicazione, applicazione della tecne.
Il “cenacolo” riassume la sua nuova
individuazione per sezioni e per oggetti/prodotto, quindi: spazi utili per la
documentazione, la ricerca, la strumentistica in una osmosi totalizzante che
stilizzi il progetto, accentui la curiosità degli esterni e ne riconduca i
desideri nell'ambito dell’oggetto vivente e umanizzato dal gestore-ricercatore.
Addetti sempre più educati al nuovo corso, quindi specializzati in
comunicazione e competenti nel settore tecnico (nel caso oculistica).
La vecchia logica di vendita
cessa la sua funzione, e si trasforma in processo di “memoria scientifica”
pilotata dall'oggetto-prodotto sempre più attivo e collaborativo con il
gestore-ricercatore.
Fase C Unione completa tra tutto il “sistema
memoriale”: sezioni di “ricerca” per oggetti/prodotto in continua evoluzione (in
montature, lenti, ecc), umanizzazione completa che interscambi operatori-ricercatori
– addetti – clientela.. in una permanente compartecipazione feconda di
risultati (necessità, casistiche nuove, ecc) e risposte immediate alle esigenze
di percorso più imprevedibili.
“Autonomia” completa dell'oggetto che
trova la sua esatta collocazione nel contesto/tecnico e che si appresta (su
indicazione congiunta e dialetticamente testata) ad esaudire ogni problematica
di settore. "Spazio aperto" per consultazioni scientifiche (riviste,
presenze, libri, ecc) per studenti, laureandi, ricercatori e ipotesi successive
di corsi serali elitari da istruirsi nell'ambito del progresso
scientifico di settore in aggiornamento continuato.
Relazioni nazionali e internazionali di
riferimento per umanizzare sempre più il prodotto/oggetto al fine di
esportarne filosofia ed utilizzo (riflessione amplificata a più settori
connessi e diversificati).
L'umanizzazione totale, comporterà mutamenti simultanei nel
ricercatore/gestore e nell'oggetto/prodotto; mutamenti quasi invisibili per gli
esterni, ma profondi per i compartecipi (studio, creatività, concretezza di
verifica, ecc.) di percorso fasico.
6 Approccio al futuro
Nella logica inevitabile delle vendite
online, il punto vendita tradizionale (negozio o bottega ecc) è destinato
all'estinzione. Solo il “centro”-ricerca, adattato e compatibile con l'avvento
crescente della tecne applicata, si configura quale presenza essenziale. In un
contesto dove l’oggetto sarà predominante sino a surclassare la presenza
di ogni “regista”, il successo arriverà dall'utilizzo totale delle “sorprese”
che, nello specifico di settore, potranno esprimersi dalla “lente” (ovvero
lenti correttive ecc), o dalla montatura polivalente dell'occhiale
(auto-conservazione a fronte di patologie distruttive). Sarà il momento dei
flussi energetici a largo spettro che consentiranno di avviare ad operazioni
chirurgiche senza ospedali con applicazioni tecnetroniche agli occhiali e alle
lenti. Stesso discorso per gli aspetti estetici e cromatici che troveranno
nuovi indirizzi applicati compatibili con gli aspetti somatici di ogni utente.
Sarà dunque il dominio assoluto
dell'oggetto-prodotto che troverà il suo “essere” motivante e motivato da
società automatizzate per ogni dove e sempre più gestite da poteri invisibili e
inaccessibili. Ma questa “simulazione” che si ricondurrebbe a sorgenti tematiche
prossime venture dovrà essere concretizzata per approssimazioni successive delle
quali quanto sopra non sarebbe che l'anticipo.
La società tecnetronica futura
modificherà ogni comparto: dall'esistenza "confiscata" all’essere
umano alla “realtà virtuale” gestita da ologrammi senza nome e norme eticamente
riconducibili.
L'Essere infatti non si manifesta in
modalità monocordi visualizzabili nella mera "umanizzazione" di ogni
contesto operativamente rilevante, ma può scegliere ambiti alternativi e
inimmaginabili dove il "tutto" potrebbe capovolgere il proprio "equilibrio"
esistenziale per approdare a sintesi impreviste e inaccessibili che solo il
futuro potrà interpretare.
Marco dei Ferrari
Impegni improrogabili mi hanno impedito di dedicarmi prima a questo stimolante e ponderoso studio di Marco dei Ferrari. Si tratta di una proposta ammirevole, di interesse economico, calata dentro orizzonti umanistici fortemente innovativi. L'ammirevole obiettivo è di uscire dalla massificazione dei beni di consumo, per consentire ai fruitori di partecipare con le proprie indicazioni alla fabbricazione degli stessi. Una "personalizzazione" delle merci che rende indispensabile una revisione del negozio tradizionale, dove i prodotti vengono esposti per la vendita così come forniti dalle ditte produttrici. Il negozio tradizionale, dice Marco dei Ferrari, dovrà essere trasformato in un vero e proprio polo di ricerca, in officina/laboratorio, in centro-cenacolo che possa farsi carico della raccolta e della trasmissione delle richieste di mercato per una mirata soddisfazione delle stesse. Una proposta che, nell'attribuire al consumatore un ruolo di primo piano, esaltando, come è giusto che sia, il ruolo della domanda nel suo tradizionale rapporto con l'offerta, richiede allo stesso di uscire dalla propria consueta pigrizia, massima responsabile del sistema massificato e globalizzato imperante. Questo, infatti, non avrebbe possibilità di prosperare in una società di individui coscienti e pronti a prendere direttamente in mano la propria esistenza. Ovviamente lo studioso è consapevole delle enormi difficoltà che la sua proposta può incontrare. La sua sfida, infatti egli dice, certamente "troverà ostacoli dalla vecchia conduzione mentale di conservazione del percorso acquisito; tuttavia sarà vincente nel prossimo decennio quando l'oggetto (robot, intelligenze artificiali, ecc.) assumerà dimensioni sempre meno contrastabili dall'essere umano e potenzialmente superiori ad ogni tentativo di controllo autonomo". Un grido di allarme che non può lasciare indifferenti. La società delle macchine pone tutti di fronte ad un bivio: o riusciremo a dominarla moralmente, oppure ci schiaccerà costringendoci ad uscire definitivamente di scena. Mi complimento vivamente con l'autore.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Ringrazio sentitamente Franco Campegiani per la sua acuta e coinvolgente analisiche amplifica e supporta il mio procedimento tematico nella ricerca di nuovi orizzonti espressivi finalizzati a contrastare la "massificazione dilagante" dei beni consumistici e il definitivo collasso umanistico della società tecne.
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