Poesie di forte valenza intimistica dove il verso si fa tatuaggio di un sentire di polisemica intensità epigrammatica; di pienezza ontologica: la memoria (Con l’alternarsi di attimi ormai alle spalle), il rapporto della vicenda umana con il tempo, (Quando l’attimo fugge incoerente e si disperde tra mute memorie), i dubbi e le inquietudini della nostra vicenda umana; il fatto di esistere con tutto ciò che comporta a livello emotivo ed esistenziale (Non odo eco alcuna che sbadigli nostalgia/ o stridori di illusioni profughe di silenzi,/ mentre abbraccio sogni di eteree melodie/ da scrivere su pentagrammi ancora intonsi) si fanno focus nel dispiegarsi dei canti. Alcune intuizioni fonosimboliche intrise di originale metaforicità si ergono su un tessuto di semplici e visive trame; su un procedere privo di epigonismi e armamentari retorici. Sembra prevalere alla fine una visione abbastanza amara della vita; di una vita fatta di attimi che si annullano fra sgrovigli di dubbi “confusi, senza lasciare armonia a dipanarli”
Nazario Pardini
Il
tempo delle attese
Nel
gioco silente del rincorrersi dei giorni
l’ovattata
armonia di ogni levar del sole
lambisce,
intima, il dissiparsi delle ombre,
e
scandisce l’incognita del tempo delle attese.
Con
l’alternarsi di attimi ormai alle spalle,
fugaci,
riaffiorano emozioni nuove
nell’ingenuo
chiarore di tremuli miraggi
dove germogliano speranze e fantasie.
Non
odo eco alcuna che sbadigli nostalgia
o
stridori di illusioni profughe di silenzi,
mentre
abbraccio sogni di eteree melodie
da
scrivere su pentagrammi ancora intonsi.
Quando
l’attimo fugge
Quando
l’attimo fugge incoerente
e si
disperde tra mute memorie,
pare
amalgama di intonse apparenze,
di
celate evanescenti speranze zitte
e di
vane attese avvinghiate ai giorni.
Quando l’attimo fugge impotente
e si
smarrisce tra incorporei trascorsi,
pare
scivoli via ingenuo, infecondo,
come
sabbia tra le dita aperte di una mano
rivelando
solo la sciapa essenza del nulla.
Quando
l’attimo fugge inconsapevole
e si
spaura tra il vuoto silenzio di rimosse emozioni,
pare
rimandi a scosse urla di dolore,
poi,
via via, si annulla tra il groviglio dei dubbi,
confusi,
senza lasciare armonia a dipanarli
Lino caro,
RispondiEliminanel leggerti annego sempre nel mare placido della malinconia. L'ermetismo che vela le tue fughe nostalgiche non impedisce all'anima di avvicinarsi ai tuoi pensieri, ai tuoi ricordi, alle tue disamine. Il Professore mette in evidenza, con l'arte che lo contraddistingue,la rilevanza del dubbio nei tuoi versi e coglie 'il sentimento', lo stato d'animo che ci rende vivi, in bilico, ma pur sempre in attesa... Ogni volta colgo a livello stilistico un ritmo più incalzante e un afflato più forte. Sembra che l'ispirazione cresca nel giardino dei tuoi anni... Ti rivolgo i più caldi e sinceri complimenti e ti abbraccio...
Maria Rizzi