La
Rivista Vernice, Genesi Editrice, ha dato largo spazio alla scrittrice Anna
Vincitorio dedicando diverse pagine al suo saggio su David Gascoyne(1916-2001);
un saggio ampio e articolato sulla figura di uno scrittore di cui la
saggista-traduttrice ci propone significative poesie.
Il
critico, uno degli intellettuali più vivi e vivaci della vicenda letteraria
attuale, si cimenta con questa figura complessa
e intrigante della poetica novecentesca; con le correnti evolutive del secolo, con
le quali il poeta ebbe rapporti intensi e fattivi dalla Inghilterra alla
Francia: dal Surrealismo, all’Esistenzialismo
double face (religioso e ateo), al neoromanticismo.
Una trattazione peculiare
sulla vita e sulla trasformazione ispirativa
contaminata e contaminante di Gascoyne introduce queste poesie
rivisitate in maniera personale da Anna Vincitorio, visto che Ella riesce ad
attenersi a quelli che sono gli ambiti da cui il poeta trae la linfa dei suoi
canti. Il critico fiorentino dimostra tutta la sua valenza guadagnata in anni
di lavoro e di pubblicazioni; la sua è una storia plurima e polivalente in cui
mette in luce una sottile e proficua versatilità: poetessa, traduttrice,
narratrice, saggista.
Questo è il suo mondo, ed è lì che il suo impegno si
prodiga in realizzazioni di grande resa letteraria. Fin dall’inizio del saggio si
poggia l’attenzione su un incipit da
Night Thoughts 1956, Pensieri,
che mette in luce la personalità complessa e fragile del poeta: “Saluti a chi è
solo. Amici, compagni non siete estranei per noi. Noi siamo più vicini l’un
l’altro di quanto non pensiamo. Ricordiamo gli uni con gli altri di notte anche
se non conosciamo i nostri nomi”.
E’ importante, afferma la saggista, poter comunicare,
comprendere noi stessi e gli altri.
Le
poesie, tratte dalle principali opere di Gascoyne, evidenziano la competenza
tecnica e filologica, la malizia verbale, la distribuzione sonora della
versificazione, e l’attinenza al testo di una traduttrice adusa alla scrittura;
alla interpretazione delle pagine da tradurre. E sappiamo quanto non sia facile
rendere l’originale; sapersi svestire dei nostri panni per indossare quelli di
uno scrittore che pensa e scrive in
maniera diversa.
Ebbene la Vincitorio riesce ad attuare questo; a donarci versioni
di alta espressività, senz’altro dopo avere studiato a fondo la figura, i suoi
rapporti culturali, e la sua storia emotiva e personale, mantenendo intatte le
caratteristiche poematiche di Gascoyne, le sue figure stilistiche, e ogni
ambito espressivo, anche se dobbiamo dire che le pièces non sono per niente
facili, anzi ostiche da tradurre.
Il linguismo si fa intricato e chiuso alla
prima lettura ma, grazie alla traduttrice, si apre, poi, in tutti i suoi
ammicchi significanti, in tutte le sue congetture propositive, superando anche,
in certi tratti, l’intricato verbalismo surrealista per concedersi a sprazzi di
lirismo nostrano. Plauso ad Anna per questo immenso lavoro di competente
fattura.
(...)
Ho potuto leggere direttamente il saggio critico di Anna Vincitorio proprio sulla rivista Vernice, n.56, intorno al poeta David Gascoyne (1916-2001), il poeta inglese che fa parte del movimento surrealista, pur distinguendosi dai maggiori, che pur ha conosciuto personalmente- Breton, Eluard, Dalí, Max Ernst,… - di cui la saggista e poetessa traduce con grandissima consapevolezza e competenza letteraria le poesie.
RispondiElimina"La caratteristica più vitale del surrealismo è il suo interesse esclusivo in quel punto in cui la letteratura e l'arte danno luogo alla vita reale, in quel punto in cui l'immaginazione cerca di esprimersi in una forma più concreta delle parole o delle immagini plastiche." (A Short Survey of Surrealism di David Gascoyne)
Il saggio introduttivo della Vincitorio è illuminante: segue la produzione letteraria di Gascoyne nel tempo e nella dislocazione geografica, in America, in Francia prima e dopo la guerra, fino alla sua morte avvenuta nell’isola di Wight, sottolinea le sue esitazioni, le sue debolezze e le sue certezze, che sono proprie quelle dell’uomo in crisi, “dell’uomo che si fa nella storia”.
Alcune poesie sono di una bellezza folgorante nella loro esemplare semplicità che immette nella contemplazione matematica metafisica di Magritte e nei paesaggi onirici silenziosi alla De Chirico: metafore di visioni, delirio, rotture, come Seaside souvenir o Signs che la Vincitorio traduce con eleganza e sensibilità rispettandone cadenze e ritmi.
Maria Grazia Ferraris