Trascinata
da un vortice di vento, sbatto sulla parete del silenzio.
Sguardi
come stagni vuoti, oltrepassano il cielo.
Sciolgono
le nuvole. Una doccia fredda mi fa rabbrividire.
La tua
lontananza ha un percorso misterioso.
Il
labirinto fa arretrare i passi.
Troppo
spesso rimango avviluppata nei i tentacoli del tuo silenzio.
La tua
distanza è fatta di catene montuose e deserti interminabili.
Calzerò
stivali chiodati per travalicare le tue montagne.
Mi
caricherò le spalle d'otri d’acqua, per superare deserti.
Raggiungerò
i confini della barca incagliata nel ghiaccio.
Per infrangere il guscio della conchiglia in cui
sei costretto.
Ogni
giorno catturerò con i miei:
i tuoi sguardi.
Con il
mio:
il tuo
sorriso.
E ti
giuro che ucciderò con le mie mani,
ogni
molecola di questa ignobile distanza
che ci
vuole separare.
Serenella
Menichetti
Credo che solo una donna poeta e con il cuore sempre proteso verso l'altro, verso il suo simile possa esternare con tali versi che ti trafiggono, quel'alto sentimento dell'accoglienza verso tutti e a qualsiasi costo: " E ti giuro che ucciderò con le mie mani, ogni molecola...che ci vuole separare" o ancora " Calzerò stivali chiodati per travalicare le tue montagne" pur di accoglierti e stare insieme a svaporare, come nebbia, la tua solitudine. Credo che la bellezza di questa poesia stia -si- nel suo linguaggio forte che immancabilmente ti scuote ma anche e soprattutto nel suo messaggio che c'interroga sul nostro operato quotidiano verso i nostri simili specie i meno fortunati. Grazie Serenella per questa lezione di altruismo e di accoglienza che tutti, e se ne sente l'impellenza, dovremmo avere. Pasqualino Cinnirella
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