Claudio Fiorentini, collaboratore di Lèucade |
Mass media e cultura. O anche,
pubblicità, comunicazione in video e simili. Partiamo da una domanda: la
cultura è un traino per, o è a traino di altre energie? Se la cultura, come
credo, deve essere una guida, i fenomeni massmediatici di oggi rivelano che,
invece, non lo è più, per cui la vediamo relegata a un ruolo circostanziato e
strumentale (vediamo come anche la letteratura oggi spesso è vittima delle
mode, invece di esserne creatrice). Mi spiego: tutto ciò che è diseducativo al
dialogo (o educativo al bisogno di dominio), essendo di facile fruizione ed
essendo remunerativo per chi ne fa uso, rende l'uomo (un fruitore passivo)
maggiormente vulnerabile al messaggio che si intende proporre, e non aiuta la
nostra crescita, inibendola. La cultura, invece, è fomentatrice di dubbi, non
di certezze, e per questo ci rende aperti a qualsiasi dialogo, e ci rende
migliori. La crudeltà dei mezzi di comunicazione è contraria a qualsiasi moto
di pace e non favorisce nessuna forma di dialogo… se cinquant'anni fa eravamo,
in gran parte, un popolo di analfabeti, come controparte avevamo l'umiltà,
valore straordinario, che ci permetteva di imparare dagli altri e che ci
regalava una capacità di ascolto ora smarrita. Ma veniamo ai massemdea: oggi,
se guardate, ad esempio, uno spot pubblicitario di profumi o un video di
qualsiasi rapper o un videogioco o un film di sparatorie, ciò che emerge, molto
più di prima, è il potere della disubbidienza (a cosa non saprei) e la
prevaricazione, attraverso qualsiasi mezzo, come irrinunciabile valore … Tutto
mascherato di "trasgressione", che trasgressione non è, riducendosi a
moto di dominio sull'altro che, invece di essere un individuo come noi, lo si
vede come un elemento di disturbo per lo strapotere del nostro ego. Ricordo che
negli anni sessanta la gonna sopra il ginocchio o i pantaloni a vita bassa
erano simbolo delle nostre scoperte e conquiste, come la chitarra in casa, come
i primi jeans consumati, come anche le canzoni dei Rolling Stones, considerati
i ragazzi cattivi del pop-rock britannico, ma alla fine regnava la convivialità
e, con essa, il dialogo… da questa convivialità partirono molti movimenti
giovanili che respiravano e traspiravano aggregazione reale, e non
virtualizzazione dell’incontro. Non voglio dire che i tempi non debbano
cambiare, semmai voglio stigmatizzare l'evoluzione dei messaggi massmediatici
che, se prima avevano anche aspetti di rilevanza e, a volte, raffinatezza
culturale, oggi rivelano grande abbrutimento. Vi invito a vedere questo spot
pubblictario (https://www.youtube.com/watch?v=rc-cwrS7cOE) e a paragonarlo con quello che
invece ci propinano oggi. Vi invito anche a vedere i video di trappers o
rappers, ad ascoltare il loro linguaggio, magari facendo un confronto con i
primi video musicali, ad esempio, dei Pink Floyd e del loro monumentale Live at
Pompei... Non voglio fare un discorso tecnico né cinematografico, ancor meno
voglio addentrarmi su scivolose argomentazioni che sfiorano la critica musicale
o letteraria, però vorrei stimolare a una riflessione su quali valori
trasmettono, in prevalenza, i massmedia oggi, perché il decadimento è tale che
se prima avevamo una cultura che comunque trainava valori, oggi ci troviamo con
una cultura che è a traino di valori diversi, che non dominiamo, che non sono
nostri e che non porteranno a crescere dentro (essendo spesso anche disvalori),
ma che porteranno a cercare solo dominio a qualsiasi costo. Per questo dico che
oggi genitori, insegnanti, educatori, professori e artisti di qualsiasi credo e
disciplina, affrontano sfide molto più impegnative rispetto a quelle degli anni
scorsi, e se questi non ne hanno coscienza e si lasciano modellare dalla
tendenza del momento, i nostri successori rischiano di essere guidati da falsi
valori e falsi miti e questo no, non possiamo permetterlo.
Claudio Fiorentini
Analisi lucidissima e condivisibile. Bravo, Claudio! Un abbraccio, Valentino
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