domenica 1 febbraio 2015

N. PARDINI SU "POESIE" DI SERENELLA MENICHETTI


Poesia chiara, folta, ricca di immagini suggestive, i cui versi, di una sonorità coinvolgente, scorrono ondivaghi per cristallizzare gli input emotivi  con endecasillabi che, combinati in tutte le loro varianti, sono disposti su uno spartito ampio e disteso, armonico ed euritmico, nutrito di figure stilistiche iperbolico-allusive. Figure che accentuano i significanti del dettato poetico con rime ben distribuite che dànno sostanza eufonica all’insieme. Ed è la natura, con la sua intensità figurativa, a dare corpo alle cospirazioni emotive della Nostra, con i suoi colori, con le sue pitture, ora primaverili ora autunnali ora invernali. Quadri intensi e di generosa offerta poetica, ed umana, al di fuori di ogni epigonismo, o di ogni pleonastica intrusione:

L'inverno attende intanto sulla soglia.
Che l'autunno rechi frutti e li consumi.
Per intonare poi con voce lieve,
di miele, ninna nanna del riposo   

C’è la vita, qui, con tutti i suoi palpiti, con tutte le sue emozioni: illusioni, delusioni, eros, sentieri muti, speranze, fughe e ritorni. Cambia stile e forma la seconda pièce, alternando misure brevi a più ampie, settenari a raddoppiamenti o a versi polimetrici, proprio per dare più consistenza all’esplosione sinfonica di un endecasillabo che si affaccia con tutta la sua potenza sonora e semantica. Poesie di polisemica struttura che volgono a delineare la pienezza ontologica dell’essere. La pluralità emotiva di Serenella Menichetti

Troppe volte tornasti sui tuoi passi
con le mani vuote di sillabe.
L'odorato immaginò infiorescenze.
l'udito fruscii di risvegli
Il tatto percepì acuminate spine.


POESIE


TUA MANO

Azzurrità d'improvviso mi coglie:
è pioggia d'acqua priva, che mi ammalia.
Alla mia, una mano si congiunge,
in un silenzio gonfio che raccoglie.
Nello spazio dell'essere, ondeggiando
raggiungo paesaggi sconosciuti.

Voli apparentemente senza meta
dentro scenari pieni, senza copia.
E' tempo strano questo, troppo cheto
che appaga il mio appetito di sapere.
E' bello questo viaggio inaspettato,
Rileggere la storia:
senza la fretta della primavera.

Qualche pagina squarcia la mia pelle
altre, di petalo di fiore vellutato
alleviano ferite ripetute.
Oscilla l'altalena senza tregua
nel lento divenire degli eventi.

Vento autunnale, le pagine sfoglia
con lentezza sincera, senza veli,
di un libro antico, eppure ancora nuovo
riscoperto al cadere delle foglie,
da occhi traboccanti di stupore.

L'inverno attende intanto sulla soglia.
Che l'autunno rechi frutti e li consumi.
Per intonare poi con voce lieve,
di miele, ninna nanna del riposo.

Serenella Menichetti


LA BARCA BIANCA

Bastava un percorso di parole
per arrivare a te.
Ma i giorni erano muti.
I sentieri non avevano voce.
Afoni i campi incolti.
Un’ architettura di rovi celava il verbo.

Troppe volte tornasti sui tuoi passi
con le mani vuote di sillabe.
L'odorato immaginò infiorescenze.
l'udito fruscii di risvegli
Il tatto percepì acuminate spine.

Una falce di luna  affilata
Una forza di luce affamata
scoprirono bagliori.
La fioca voce rimaneva in gola.
Ancora  di lacrime roca.

Febo allo zenit dell'equatore
proiettava sulla terra geometrie di cristalli.
e la crosta s'aprì di germogli.

La voce sgorgò dalla foce, in un mare di parole
le onde lambirono d'azzurro il verso.
D'argento guizzarono i suoni.
L'alba iniziò il suo semantico canto.
Alchimia, magia, non so.

Il sole transita sul punto gamma.
La barca bianca:
soccorre naufraghi

Serenella Menichetti





2 commenti:

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  2. Grande emozione per questo splendido regalo ricevuto proprio all’inizio mio mese di nascita, alla soglia dei sessantacinque. Una sorpresa immensa.
    Grazie infinite al Prof. Pardini per la sua attenzione e la dettagliata e quanto benevola analisi dei miei testi. Serenella Menichetti

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