IL NOSTRO ODIO
Esplode con un boato infinito..
Immenso, esce dalla tua piccola gola chiusa.
Adesso, canna di una mitragliatrice che spara senza sosta.
Immenso, esce dalla tua piccola gola chiusa.
Adesso, canna di una mitragliatrice che spara senza sosta.
Mentre l'abitacolo della nostra 500 blu, si colma di gas.
Noi, particelle sospese, fluttuiamo, all'interno
di una navicella spaziale, in assenza di gravità.
Noi, particelle sospese, fluttuiamo, all'interno
di una navicella spaziale, in assenza di gravità.
Il tuo odio, ha trovato la strada della voce.
E' lama affilata della mannaia del boia.
E' la ghigliottina che cade una, cento volte,
sul collo del tuo smisurato dolore.
E' lama affilata della mannaia del boia.
E' la ghigliottina che cade una, cento volte,
sul collo del tuo smisurato dolore.
Il mio, è silenzio di vetro, con scarpe di piombo.
Incagliato in un infinito dedalo di strade,
il cui sbocco è la voragine dell'universo.
E' il vascello dei fantasmi condannato
a solcare i mari per l'eternità.
Incagliato in un infinito dedalo di strade,
il cui sbocco è la voragine dell'universo.
E' il vascello dei fantasmi condannato
a solcare i mari per l'eternità.
Serenella Menichetti
SOSTA SULLA MIA RIVA
Non riuscii ad eruttar lava e
lapilli.
Né a vomitare energia in esubero.
Arduo sputare di serpe il veleno.
Mai fui vulcano e neppure fui terra.
Neppure nacqui rettile che uccide.
Ero madre, che non sapeva
odiare.
Dovevo vomitare la mia rabbia.
Urlare, ribellarmi,
denunciare!
Espellere quel nero come
seppia,
spruzzarlo nei tuoi occhi ed
accecarli.
Mi ritrovai con una falce in
mano,
Non desiderio di ledere
alcuno.
Già troppo sangue bianco che
sgorgava,
Per tamponare mi strappai la
pelle.
Di lacrime cosparsi le ferite.
E la falce pesava come piombo,
troppo per queste mie fragili dita.
Non rami, né virgulti avrei voluto,
staccare dalla pianta, né ferire.
Ma lama aguzza avevo per tagliare.
Fendeva raso terra la mia spada,
tra ciuffi d'erba verde e tra
l'ortica.
La scelta troppo dura, m'angustiava!
Cercavo di spezzar modica vita,
Intanto che quella falce radeva,
Nascosto tra i cespugli, sotto
l'erba
minuscolo bocciolo se ne stava.
Bianco di rosa, mite, lui sostava.
Malerba solo, videro i miei occhi,
quando intaccò la rosa arma
affilata,
Doveva essere difesa, non ferita
ed, odio avrei dovuto tirar fuori.
Del fiume in piena la furia carpire.
Uscir dagli argini e tutto lacerare.
Solo una misera goccia d'acqua ero
Un piccolo tranquillo microcosmo
che ignora della vita, la violenza.
Ora che sono lago di montagna
sosta sulla mia riva a riposare
frescura e
refrigerio, potrai avere.
Serenella Menichetti
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