venerdì 13 febbraio 2015

PASQUALE BALESTRIERE: "NOTA SULLA POESIA DI U. DE ROBERTIS"


Pasquale Balestriere collaboratore di Lèucade


Nota sulla poesia di Ubaldo de Robertis

L’avventura poetica di Ubaldo de Robertis è un percorso d’esplorazione, che procede per immersione profonda e  navigazione sommersa fino al  delicato attingimento  di quegli elementi creativi che  preparano, interpretano, dicono e  giustificano il fluire della sua poesia.  Il cammino è tracciato, procede attraverso snodi e gallerie che tra-passano il vivo corpo dell’esistenza, mentre il poeta ricerca opzioni semantiche percorribili per marcare il senso occulto delle cose da squadernare a un sole di coscienza. Operazione richiesta dalla sua stessa formazione scientifica che rende conto e dichiara, specifica e precisa tutte le volte che può; proprio perché l’universo poetico non ha formule fisse, ma gioca con le variabili, non definisce o disegna netti confini, ma si affida alla nuance, all’indeterminato, all’intuizione. Perciò qui, cioè nelle poesie di de Robertis, la scienza si fa poesia, in parte abdicando a se stessa, in virtù di una sensibilità acuta e palpitante, e insieme pudica e quasi rattenuta (“I desideri cadono come tenere gocce di pioggia / che nessuno raccoglie,/ e al ruscello vanno bisbiglianti/ impaurite”. Come si può), che trova alimento e forza in spunti descrittivi e riflessivi, sempre tramati all’interno di una realtà artistica in cui il simbolo, l’allusione e la metafora danno intensità e plurima significanza ad una scrittura sempre attenta alla natura e alla realtà circostante. È ricca la poesia di de Robertis, perché si rapporta a un’humanitas densa e feconda, e anzi ne è diretto e necessario prodotto. E si manifesta in dettato carezzevole e discreto, in variegata e assorta versificazione, propria di chi è teso a cercare di capire il significato profondo e vero, ma remoto e difficile a leggersi  del mondo degli uomini e delle cose. È voce sicura, quella di de Robertis, personale e sincera, che riposa tra le braccia della poesia.

Pasquale Balestriere

  

Come si può

Come si può mostrare una storia,
se la memoria soggiace e dileguano immagini
fra le rughe del tempo.
E poi non soffia più lo stesso vento,
solo polvere sulle coppe argentate,
gli errori ammessi, le malinconie.
I desideri cadono come tenere gocce di pioggia
che nessuno raccoglie,
e al ruscello vanno bisbiglianti, impaurite.
Come si può narrare una storia,
una storia di bruma
se io non so cosa sono stato.


 (da: Diomedee; Edizioni Joker)

1 commento:

  1. Ho riletto a distanza di tempo questa Nota di Pasquale Balestriere sulla mia poesia e ancora mi chiedo come abbia fatto, da una singola breve composizione, a definire con tanta esattezza il mio mondo poetico. Qui il critico vale molto più dell'autore! Il suo commento è un procedere per vivi scorci tratti dai miei versi in modo che il lettore possa vedere meglio la loro essenza ispessita dalle sue mirate, profonde, osservazioni.
    Considero la presente Nota quanto di più prezioso mi sia capitato di ricevere. Un vero conforto
    alla mia sempre più ingombrante inquietudine esistenziale.

    Ubaldo de Robertis

    RispondiElimina